Home C'era una volta Kent Carter, un contrabbasso per Steve Lacy

Kent Carter, un contrabbasso per Steve Lacy

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Il 12 giugno 1939 ad Hanover, nel New Hampshire, nasce il contrabbassista e compositore Kent Carter, figlio di Alan Carter, violinista, direttore d’orchestra e fondatore della Vermont Symphony Orchestra

Dal country al jazz

Kent inizia a suonare il piano e il violoncello. In seguito si interessa alla country music suonando in vari gruppi della sua città il violino, il banjo e la chitarra. Nel 1959 opta definitivamente per il contrabbasso. L’anno dopo viene ammesso alla Berklee School of Music dove ha modo di collaborare con il trombettista e leader Herb Pomeroy. Nello stesso periodo entra a far parte della sezione ritmica fissa di un club di Boston. Con lui ci sono anche il pianista Mike Nock e il batterista Alan Dawson. Ha così l’occasione di suonare con Booker Ervin, Phil Woods, Sonny Stitt, Jimmy Cleveland, Zoot Sims, Charlie Mariano e Lucky Thompson. Collabora poi con i gruppi di Hal Galper, Sam Rivers e Lowell Davidson. Con quest’ultimo resta per quasi tre anni, affiancato da Billy Elgart, Paul Motian e, una volta, da Milford Graves.

Ampia sonorità e un buon gioco solista

Alla metà degli anni Sessanta si trasferisce a New York, dove collabora con Gil Evans, Cecil Taylor, Bill Dixon e Carla Bley. Nel 1965 arriva per la prima volta in Europa con Paul Bley e Barry Altschul. Dopo aver deciso di restare nel Vecchio Continente collabora con Karl Berger, Jacques Thollot, François Tusques, Michael Smith, Don Cherry e, soprattutto, Steve Lacy di cui diviene uno dei partner migliori e più fedeli partenr. Eccellente strumentista influenzato da Alan Silva, Gary Peacock, Henry Grimes e Scott LaFaro è dotato di ampia sonorità e di un gioco solistico estremamente ricco, poderoso e interessante.

 

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Gianni Lucini
Scrivere è il mio principale mestiere, comunicare una specializzazione acquisita sul campo. Oltre che per comunicare scrivo anche per il teatro (tanto), il cinema e la TV. È difficile raccontare un'esperienza lunga una vita. Negli anni Settanta ho vissuto la mia prima solida esperienza giornalistica nel settimanale torinese "Nuovasocietà" e alla fine di quel decennio mi sono fatto le ossa nella difficile arte di addetto stampa in un campo complesso come quello degli eventi speciali e dei tour musicali. Ho collaborato con un'infinità di riviste, alcune le ho anche dirette e altre le dirigo ancora. Ho organizzato Uffici Stampa per eventi, manifestazioni e campagne. Ho formato decine di persone oggi impegnate con successo nel settore del giornalismo e della comunicazione. Ho scritto e sceneggiato spot e videogiochi. Come responsabile di campagne di immagine e di comunicazione ho operato anche al di fuori dei confini nazionali arrivando fino in Asia e in America Latina. Dal 1999 al 2007 mi sono occupato di storia e critica musicale sul quotidiano "Liberazione".