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La breve parabola degli Snap!

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Il 7 aprile 1990 al vertice della classifica dei singoli più venduti in Gran Bretagna c’è The power un brano che mescola dance, rap e funky in modo geniale interpretato da un gruppo fino a quel momento del tutto sconosciuto. Stando a quanto riportato sulla copertina del disco dovrebbe essere interpretato dagli Snap!, ma l’ambiente della dance non è mai troppo affidabile, visto che spesso la produzione inventa spesso sigle di fantasia per operazioni nate in studio. Accade così che nessuno ci creda. La canzone piace tantissimo, ma nessuno crede davvero che esista un gruppo con quel nome. Per i giornalisti del settore non ci vuole molto a scoprire che Snap! è una delle tante sigle nate per firmare la produzione di musica da discoteca, costruita in sala di registrazione miscelando rap, dance, house, funky e tanti altri generi e sottogeneri. Lo scopo di questo lavoro è quello di costruire brani il cui unico requisito sia la ballabilità. Il problema degli interpreti si pone soltanto in caso di successo, altrimenti una sigla vale l’altra.

Un gruppo inventato in gran fretta

Il successo di The power rende perciò necessario dare consistenza spettacolare e televisiva alla sigla Snap!. Viene così inventato in gran fretta un gruppo composto da un “macho” e quattro ragazze. Il “macho” è Turbo B, all’anagrafe Durron Maurice Butler, un ex pugile con (dicono le biografie) un’esperienza come istruttore di “full contact” per le truppe americane di stanza in Germania. Ci sono poi tre ragazze di contorno: sua cugina Jackie Harris e due sconosciute coriste presentate come Jackie H. e Beverly Broan. A dividere con lui il ruolo di alfiere del gruppo c’è la cantante Penny Ford. Quest’ultima è l’unica componente a poter vantare una discreta carriera. Figlia del produttore Gene Reid e della cantante Caroline Ford, ha debuttato come solista nel 1986 e per un breve periodo ha sostituito Lorena Shelby nelle Klymaxx. Trovata la formula ideale, per qualche tempo le azioni del gruppo vanno decisamente bene. I dischi di successo si susseguono uno dopo l’altro mentre gli interpreti prendono sempre più confidenza con il loro ruolo di star.

Il rapido declino

Il periodo buono finirà nel 1992 con il fiasco dell’album The madman’s return. Nonostante il buon successo del singolo Rhythm is a dancer la produzione decide di non rischiare ed elimina l’unico maschio. Il povero Turbo B viene così sostituito dalla avvenente Nikki Harris, una delle due coriste di Madonna. Il cambiamento non serve però a ridare slancio al progetto. Siccome i creatori di questo tipo di prodotti non possono aspettare, gli Snap! vengono accantonati per far spazio a nuovi progetti più vendibili. L’unica capace di trarre qualche profitto dall’esperienza degli Snap! sarà Penny Ford. Chiusa la parentesi ricomincerà come solista. Non avrà la fortuna del gruppo, ma saprà districarsi affiancando all’attività in proprio lunghi periodi come corista di studio e in concerto. Gli altri spariranno praticamente nel nulla salvo qualche recupero in chiave nostalgica.

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Gianni Lucini
Scrivere è il mio principale mestiere, comunicare una specializzazione acquisita sul campo. Oltre che per comunicare scrivo anche per il teatro (tanto), il cinema e la TV. È difficile raccontare un'esperienza lunga una vita. Negli anni Settanta ho vissuto la mia prima solida esperienza giornalistica nel settimanale torinese "Nuovasocietà" e alla fine di quel decennio mi sono fatto le ossa nella difficile arte di addetto stampa in un campo complesso come quello degli eventi speciali e dei tour musicali. Ho collaborato con un'infinità di riviste, alcune le ho anche dirette e altre le dirigo ancora. Ho organizzato Uffici Stampa per eventi, manifestazioni e campagne. Ho formato decine di persone oggi impegnate con successo nel settore del giornalismo e della comunicazione. Ho scritto e sceneggiato spot e videogiochi. Come responsabile di campagne di immagine e di comunicazione ho operato anche al di fuori dei confini nazionali arrivando fino in Asia e in America Latina. Dal 1999 al 2007 mi sono occupato di storia e critica musicale sul quotidiano "Liberazione".