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La nascita dello swing

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La storia ha tramandato il 21 agosto 1935 come data d’inizio ufficiale della “swing era“, l’epoca dello swing. Nonostante il fatto che in musica l’idea che tutto nasca da una data sia una forzatura, un fondo di verità c’è.

L’entusiasmo del pubblico

Dal 1934 Benny Goodman con la sua big band aveva sviluppato un nuovo modo di proporre musica e pian piano il “giro” dei suoi estimatori si era allargato pur senza diventare un fenomeno diffuso. Il salto di qualità nella popolarità della big band arriva quando Goodman ottiene un ingaggio di una settimana al Palomar Ballroom di Los Angeles. Qui, fin dalla prima esibizione del 21 agosto 1935 il pubblico segue le esecuzioni con un entusiasmo indescrivibile, tanto che il contratto viene prolungato per altri due mesi. In quella occasione, oltre all’orchestra ci sono anche le performances del trio formato da Goodman con il batterista Gene Krupa e il pianista Teddy Wilson, il primo musicista di colore a suonare in pubblico con una formazione che comprende solo musicisti bianchi.

L’epoca dello swing

Con il successo di Los Angeles ha inizio l’era dello swing, un fenomeno che ha influenzato profondamente la storia della musica americana, e in particolare del jazz. Spacciato dalla pubblicità come una nuova forma di jazz, lo swing spostava in realtà l’accento dal blues alla canzone e rendeva molto labili i confini con la musica da ballo. Naturalmente Benny Goodman diventa l’uomo-guida di questo particolare momento musicale, tanto che i suoi ammiratori lo definiranno “the King of Swing”.

 

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Gianni Lucini
Scrivere è il mio principale mestiere, comunicare una specializzazione acquisita sul campo. Oltre che per comunicare scrivo anche per il teatro (tanto), il cinema e la TV. È difficile raccontare un'esperienza lunga una vita. Negli anni Settanta ho vissuto la mia prima solida esperienza giornalistica nel settimanale torinese "Nuovasocietà" e alla fine di quel decennio mi sono fatto le ossa nella difficile arte di addetto stampa in un campo complesso come quello degli eventi speciali e dei tour musicali. Ho collaborato con un'infinità di riviste, alcune le ho anche dirette e altre le dirigo ancora. Ho organizzato Uffici Stampa per eventi, manifestazioni e campagne. Ho formato decine di persone oggi impegnate con successo nel settore del giornalismo e della comunicazione. Ho scritto e sceneggiato spot e videogiochi. Come responsabile di campagne di immagine e di comunicazione ho operato anche al di fuori dei confini nazionali arrivando fino in Asia e in America Latina. Dal 1999 al 2007 mi sono occupato di storia e critica musicale sul quotidiano "Liberazione".