Home C'era una volta La pistola di David Crosby

La pistola di David Crosby

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Il 28 marzo 1982 a Los Angeles è in programma una grande manifestazione contro l’utilizzo dell’energia nucleare sia in campo militare che civile. L’appello, lanciato da varie associazioni, ha coinvolto un gran numero di artisti. Tra questi c’è David Crosby, già componente dei Byrds divenuto un personaggio leggendario nella storia del rock con la formazione dei Crosby, Stills, Nash & Young.

Un rinnovato attivismo

Da tempo la stella musicale di Crosby si è appannata costringendolo a vivere perennemente rinchiuso nella gabbia dorata del ricordo. Nonostante gli interessanti sforzi solistici si sente prigioniero di un mito. I critici e anche il pubblico sono più interessati alle periodiche “reunion” del gruppo storico che al valido e originale lavoro da solista. Con il passare degli anni l’iniziale passioncella per le magiche sostanze e per l’alcol ha finito per diventare, in alcuni periodi, quasi una soffocante ragione di vita. Il poderoso movimento antinucleare, che affonda le sue saldissime radici nella cultura pacifista degli anni Sessanta e Settanta sembra aver risvegliato la sua voglia di vivere. In esso ha ritrovato il clima dei giorni elettrizzanti delle battaglie per i diritti civili e progressivamente si è liberato dell’abulia in cui era caduto. Il suo rinnovato attivismo ha riportato su di lui l’attenzione del pubblico, ma anche quella, più insistente, della polizia e delle forze di sicurezza, in particolare dell’onnipotente e onnipresente FBI.

Ricordati come è finito John Lennon

Intorno alla città di Los Angeles, verso la quale sta convergendo un gran numero di manifestanti, la polizia ha rafforzato i controlli e i posti di blocco. In uno di questi incappa anche David Crosby. Gli agenti lo riconoscono, lo fanno scendere, lo sottopongono a un rapido test antidroga e gli perquisiscono l’automobile. Al termine degli accertamenti il musicista viene arrestato per probabile guida sotto l’effetto di stupefacenti, possesso di una modesta quantità di sostanze varie e, soprattutto, per detenzione di armi. Tra le sue cose è stata, infatti, rinvenuta una pistola. David rifiuta di rispondere a quasi tutte le domande che gli vengono poste. Il suo sguardo indifferente e ironico indispettisce gli agenti che cercano in tutti i modi di farlo parlare. Si degna di rispondere soltanto quando, soppesando tra le mani il suo revolver, un uomo in divisa sbotta: «Che cosa ci fa una pistola nel cruscotto di un pacifista?». David sbotta: «John Lennon, amico, ricordati come è finito John Lennon. Io non voglio finire così».

 

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Gianni Lucini
Scrivere è il mio principale mestiere, comunicare una specializzazione acquisita sul campo. Oltre che per comunicare scrivo anche per il teatro (tanto), il cinema e la TV. È difficile raccontare un'esperienza lunga una vita. Negli anni Settanta ho vissuto la mia prima solida esperienza giornalistica nel settimanale torinese "Nuovasocietà" e alla fine di quel decennio mi sono fatto le ossa nella difficile arte di addetto stampa in un campo complesso come quello degli eventi speciali e dei tour musicali. Ho collaborato con un'infinità di riviste, alcune le ho anche dirette e altre le dirigo ancora. Ho organizzato Uffici Stampa per eventi, manifestazioni e campagne. Ho formato decine di persone oggi impegnate con successo nel settore del giornalismo e della comunicazione. Ho scritto e sceneggiato spot e videogiochi. Come responsabile di campagne di immagine e di comunicazione ho operato anche al di fuori dei confini nazionali arrivando fino in Asia e in America Latina. Dal 1999 al 2007 mi sono occupato di storia e critica musicale sul quotidiano "Liberazione".