Home Eco Culture Le nuove frontiere della moda “green”

Le nuove frontiere della moda “green”

SHARE
Moda
Esistono nuove frontiere "green" per la moda? La stilista Cinzia dell'Omo ci spiega le nuove tendenze

Non sono solo le moderne tecnologie e la produzione di energie alternative a evolversi in modo sostenibile per l’ambiente. Anche la moda sta imboccando sempre più una nuova frontiera fatta di sperimentazione e realizzazione in senso “green”, non limitandosi più al semplice riciclo dei vecchi abiti ma trasformandosi in attività economica vera e propria. Spulciando alcuni dati particolarmente interessanti, si scopre che il 6,5% dei brevetti riguardanti le tecnologie sostenibili nel settore moda tessile-abbigliamento depositati presso l’apposito ufficio della Comunità Europea sono tricolori, collocando l’Italia dietro la Germania (19,7%) e davanti la Francia (4,8%).

Moderne tecnologie e nuove produzioni legate alla moda

La moda e la sua filiera

Anche il recente rapporto GreenItaly presentato da Unioncamere e Fondazione Symbola evidenzia alcuni punti decisamente interessanti riguardo la moda “green”, specie in tema di nuovi processi di produzione connessi alla filiera dell’abito; in primo luogo “le materie certificate a seconda che siano biologiche o prodotte con basso consumo di acqua, in ogni caso sostenibili”, poi “la creazione e la produzione dei filati e dei tessuti, per i quali possono essere recuperate tradizioni produttive antiche o sviluppate nuove tecnologie” e infine “la tintura e il fissaggio del colore; attività che da sole, all’interno dell’intero ciclo produttivo, possono arrivare a consumare l’85% di tutta l’acqua necessaria, il 75% dell’energia e il 65% dei prodotti chimici”.

È evidente che ci troviamo di fronte a una profonda trasformazione del rapporto tra moda e ambiente così come delle stesse figure professionali che la compongono a cominciare dalla stilista, specie se pensiamo alla più nota del settore, Stella McCartney.

Cinzia Dell’Omo, stilista “green”

La “stilista sostenibile” diventa così una professione chiave in quanto può orientare tutte le scelte creative e decidere quale tipo di materiale è necessario per realizzare le sue idee.

Moda
La stilista Cinzia dell’Omo

Abbiamo approfondito tutti questi aspetti legati alla moda “green” intervistando Cinzia Dell’Omo (in foto), stilista free lance con cui abbiamo parlato di alcune sue creazioni “ecologiche”. La designer laziale, che è stata spesso parte attiva di progetti dall’impronta green, sottolinea l’importanza della moda come strumento di comunicazione: “In molte circostanze – racconta Cinzia Dell’Omo – mi sono servita delle mie creazioni per veicolare un messaggio. Gli abiti che ho creato all’inizio del mio percorso nel campo della moda erano una vera e propria sintesi tra ecologia e poesia poiché volevano simboleggiare la necessità di spegnere le luci della città per godersi il cielo stellato. Un modo inconsueto di sensibilizzare l’opinione pubblica sull’inquinamento luminoso”. “Grazie ad alcuni scarti industriali – continua la stilista – nasceva Paralume, un abito che porta il nome della sua particolare forma ottenuta dall’utilizzo di due oblò in lamiera, uno all’altezza delle spalle e uno all’altezza delle ginocchia, tenuti insieme da cavi elettrici.

Quando la moda diventa arte

E sulla stessa scia il modello Starlight: costruito a forma di stella cometa e in grado di riflettere di luce propria nel buio della notte, l’abito è caratterizzato da una particolare applicazione fatta di polveri di alluminio spalmate su cotone naturale successivamente impreziosito da tanti bulloncini spanati riportati a nuova vita con una vernice fotoluminescente e cuciti tra loro come fossero paillettes”.

Moda
Un disegno preparatorio di Cinzia dell’Omo

Un’impresa notevole dove però la moda non può essere indossata e dove gli abiti vengono concepiti solo come installazioni artistiche. Ma l’ecologia nella moda si può anche vestire e la stessa Cinzia Dell’Omo ha proseguito la sua sperimentazione negli anni creando, all’interno di un’azienda tra il 2010 e il 2012, svariate collezioni realizzate con tessuti esclusivamente made in Italy relegati a fondi di magazzino: “Amo moltissimo studiare per accrescere costantemente le mie competenze e in questo momento sono alla ricerca di nuovi design dai tagli molteplici che possano garantire un risparmio di tessuto nonché l’utilizzo di scampoli dal metraggio molto ridotto o addirittura l’utilizzo degli avanzi più piccoli dello scampolo stesso, dal quale si può ricavare, ad esempio, un bikini per un’estate green oppure piccole pochette o coloratissime shopping bag”.