Home C'era una volta L’elettrocosmico Klaus Schulze

L’elettrocosmico Klaus Schulze

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Il 4 agosto 1947 nasce a Berlino Klaus Schulze, considerato uno dei maestri negli anni Settanta di quella corrente musicale un po’ banalmente definita “elettro-cosmica”.

Chitarrista degli Psy, batterista dei Tangerine Dream

Allievo di John Cage, appassionato cultore di Wagner e di Stockhausen, polistrumentista e abile tastierista, resta affascinato dalle nuove sonorità ottenibili attraverso l’uso di sintetizzatori, generatori e oscillatori di frequenza. Nasce così una musica molto ricca ed elaborata a partire dalle strutture ritmiche complesse. Le sue origini musicali non sono diverse da quelle di tanti altri suoi coetanei. Sensibile al fascino dei Beatles nel 1962 è il quindicenne chitarrista degli Psy, un gruppo beat molto popolare tra i ragazzi berlinesi. Negli anni successivi passa alla batteria e proprio con questo strumento partecipa alla registrazione del primo album dei Tangerine Dream, entrando poi a far parte degli Ash Ra Tempel, il gruppo berlinese da molti considerato precursore della musica elettro-cosmica.

Un poliforme genio della musica

All’inizio degli anni Settanta decide di realizzare da solo i suoi progetti. Il debutto come solista avviene nel 1972 con l’album Irrlicht. Due anni dopo arriva anche il grande successo commerciale con Black dance un disco di compromesso tra musica sperimentale e dance. Parallelamente all’attività solistica non rinuncia a coltivare progetti originali e più complessi come quello dei Go, una collaborazione tra lui e una serie di strumentisti molto diversi uno dall’altro come Stomu Yamashta, Steve Winwood, Michael Shrieve e Al Di Meola. Alla fine degli anni Settanta fonda la Innovation Communication, un’etichetta nata per promuovere la New Age Music, e continua a pubblicare album inseguendo atmosfere sempre più rarefatte, in ossequio al progressivo affermarsi della New Age come un business più ampio del solo settore musicale. Molti album prodotti dalla sua casa discografica sono suoi anche se portano nomi di fantasia come quelli di Richard Wahnfried, Rainer Bloss e Jyl.

 

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Gianni Lucini
Scrivere è il mio principale mestiere, comunicare una specializzazione acquisita sul campo. Oltre che per comunicare scrivo anche per il teatro (tanto), il cinema e la TV. È difficile raccontare un'esperienza lunga una vita. Negli anni Settanta ho vissuto la mia prima solida esperienza giornalistica nel settimanale torinese "Nuovasocietà" e alla fine di quel decennio mi sono fatto le ossa nella difficile arte di addetto stampa in un campo complesso come quello degli eventi speciali e dei tour musicali. Ho collaborato con un'infinità di riviste, alcune le ho anche dirette e altre le dirigo ancora. Ho organizzato Uffici Stampa per eventi, manifestazioni e campagne. Ho formato decine di persone oggi impegnate con successo nel settore del giornalismo e della comunicazione. Ho scritto e sceneggiato spot e videogiochi. Come responsabile di campagne di immagine e di comunicazione ho operato anche al di fuori dei confini nazionali arrivando fino in Asia e in America Latina. Dal 1999 al 2007 mi sono occupato di storia e critica musicale sul quotidiano "Liberazione".