Home C'era una volta L’inatteso fiasco di Paul Simon

L’inatteso fiasco di Paul Simon

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ONE-TRICK PONY, Blair Brown, Paul Simon, 1980, (c) Warner Brothers

Il 1° ottobre 1980 c’è molta attesa a New York per il debutto cinematografico come protagonista di Paul Simon, ex componente del mitico duo Simon & Garfunkel in cerca di conferme.

Il debutto con Woody Allen

Dopo la buona prova nell’inedita veste d’attore fornita nel 1977, quando Woody Allen gli ha affidato una piccola parte in “Io e Annie”, il pubblico e la critica lo attendono al varco con curiosità. Preceduto da una martellante campagna promozionale il film s’annuncia ricco di spunti autobiografici e ha un cast che comprende famosi protagonisti della scena musicale: da Lou Reed ai B-52’s, a Tiny Tim, ai Lovin’ Spoonful. Anche il regista sembra una garanzia. È Robert M. Young, il geniale artefice di film come “Alambrista”, premiato dalla critica un paio d’anni prima al festival di San Sebastian e di “Esecuzione al braccio 3”, un pregevole film corale sulle condizioni carcerarie statunitensi. Nelle ore che precedono la prima del film cresce l’attesa per quello che, forse un po’ troppo avventatamente, è già stato definito “uno degli eventi cinematografici della nuova stagione”.

La freddezza regna in sala

Il 1° ottobre 1980, finalmente, in una sala newyorkese assediata dai soliti fans vocianti attirati dalla presenza delle rockstar, viene proiettato per la prima volta “One-trick pony” (che arriverà in Italia con l’incredibile titolo “Divorzio stile New York”). Il pubblico che assiste alla prima è composto, oltre che dai protagonisti e da qualche invitato di riguardo, da un rilevante numero di critici. Quasi tutte le più importanti testate della carta stampata e i principali network radiotelevisivi sono presenti alla proiezione. Quando le luci si riaccendono l’evento dell’anno è già divenuto uno dei primi “flop” della stagione cinematografica. L’applauso che accoglie i titoli di coda è gelido e formale. La lacrimosa storia della rockstar in crisi che tenta di salvare il matrimonio e di recuperare il proprio pubblico è un pasticcio che non convince nessuno. Paul Simon è legnoso, assente e non riesce a emozionarsi neppure quando la trama si inerpica su alcune evidenti citazioni autobiografiche. Insomma, il film si rivela un disastro e la critica lo fa a pezzettini. Sarà un fiasco anche ai botteghini. Il pubblico salverà solo la colonna sonora, scritta dallo stesso Paul Simon, e, soprattutto la canzone Late in the evening, che volerà alta nelle classifiche per tutto il periodo natalizio.

 

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Gianni Lucini
Scrivere è il mio principale mestiere, comunicare una specializzazione acquisita sul campo. Oltre che per comunicare scrivo anche per il teatro (tanto), il cinema e la TV. È difficile raccontare un'esperienza lunga una vita. Negli anni Settanta ho vissuto la mia prima solida esperienza giornalistica nel settimanale torinese "Nuovasocietà" e alla fine di quel decennio mi sono fatto le ossa nella difficile arte di addetto stampa in un campo complesso come quello degli eventi speciali e dei tour musicali. Ho collaborato con un'infinità di riviste, alcune le ho anche dirette e altre le dirigo ancora. Ho organizzato Uffici Stampa per eventi, manifestazioni e campagne. Ho formato decine di persone oggi impegnate con successo nel settore del giornalismo e della comunicazione. Ho scritto e sceneggiato spot e videogiochi. Come responsabile di campagne di immagine e di comunicazione ho operato anche al di fuori dei confini nazionali arrivando fino in Asia e in America Latina. Dal 1999 al 2007 mi sono occupato di storia e critica musicale sul quotidiano "Liberazione".