Home C'era una volta L’uomo non può essere clonato né brevettato

L’uomo non può essere clonato né brevettato

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L’11 maggio 1998 il Parlamento Europeo approva definitivamente una direttiva sulle biotecnologie che segna la strada in un campo difficile da regolamentare

Regole formali

Nella direttiva, oltre a stabilire le regole formali sul sistema dei brevetti in questo delicato campo, viene esplicitato il divieto di clonazione umana e di brevetto di parti del corpo umano. Le fonti del parlamento di Strasburgo precisano però che la ragione del rifiuto alla possibilità clonazione umana non è di tipo ideologico. Non entra nel merito e non dà giudizi sul fatto che creare un clone significhi dar vita ad una “fotocopia” di un altro individuo.

Il diritto al patrimonio genetico

La ragione della contrarietà nei confronti della clonazione è dovuta al fatto che “lede il diritto individuale e collettivo a una composizione in parte casuale del patrimonio genetico”. Cioè si sancisce che tra i diritti delle persone c’è anche quello che nessuno predetermini la sua struttura genetica.

 

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Gianni Lucini
Scrivere è il mio principale mestiere, comunicare una specializzazione acquisita sul campo. Oltre che per comunicare scrivo anche per il teatro (tanto), il cinema e la TV. È difficile raccontare un'esperienza lunga una vita. Negli anni Settanta ho vissuto la mia prima solida esperienza giornalistica nel settimanale torinese "Nuovasocietà" e alla fine di quel decennio mi sono fatto le ossa nella difficile arte di addetto stampa in un campo complesso come quello degli eventi speciali e dei tour musicali. Ho collaborato con un'infinità di riviste, alcune le ho anche dirette e altre le dirigo ancora. Ho organizzato Uffici Stampa per eventi, manifestazioni e campagne. Ho formato decine di persone oggi impegnate con successo nel settore del giornalismo e della comunicazione. Ho scritto e sceneggiato spot e videogiochi. Come responsabile di campagne di immagine e di comunicazione ho operato anche al di fuori dei confini nazionali arrivando fino in Asia e in America Latina. Dal 1999 al 2007 mi sono occupato di storia e critica musicale sul quotidiano "Liberazione".