Home C'era una volta Maurice Vander, folgorato da Art Tatum

Maurice Vander, folgorato da Art Tatum

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L’11 giugno 1929 a Vitry-sur-Seine, in Francia, nasce il pianista Maurice Vander. Il suo vero nome è Maurice Vanderschueren.

Il debutto nel 1948

Nato in una famiglia di musicisti (suo padre e suo fratello suonano la fisarmonica), Maurice inizia a studiare il pianoforte all’età di otto anni. Per qualche tempo si esibisce anche alla fisarmonica, ma poi a tredici anni torna definitivamente al pianoforte. Prende lezioni da un insegnante privato e si applica seriamente allo studio della musica classica, finché attraverso il fratello, il fisarmonicista Freddy Vander, non scopre Art Tatum e il jazz grazie a una esecuzione trasmessa per radio. Insieme con i compagni di liceo allarga le sue conoscenze jazzistiche, prima con il genere tradizionale e classico, poi con il be bop. Il suo debutto avviene nel 1948 in una piccola orchestra, dove è chiamato a rimpiazzare Bernard Peiffer, poi passa in un club di Saint-Germain-des-Prés, il Mephisto, e infine è ingaggiato per la stagione invernale nell’orchestra di Noel Chiboust. Quando ritorna a Parigi, entra nella formazione di Jean-Claude Fohrenbach al Club Saint-Germain, prima di effettuare il servizio militare che svolge vicino a Parigi. Questo fatto che gli permette di non perdere i contatti con i club della capitale. Ha così occasione di accompagnare Django Reinhardt al Club Saint-Germain e Don Byas all’Arlequin.

Inquieto e vagabondo

Nel 1952, con Bobby Jaspar e il trombettista Bernard Hulin, si imbarca per Tahiti, dove resta diciotto mesi. Rientrato in Francia, ritrova Django Reinhardt che accompagna in due sedute di registrazione e suona con André Ekyan. Seguono interessanti esperienze nell’orchestra di Aimé Barelli, dove rimpiazza Martial Solal, con Chet Baker e con Stéphane Grappelli. Dal 1957 diventa l’accompagnatore della cantante Maria Vincent, con la quale resta per cinque anni. Quando torna a Parigi, viene scritturato al Blue Note dove suona con Kenny Clarke, Pierre Michelot, Zoot Sims, Stan Getz e altri. I vagabondaggi sembrano terminare quando viene scritturato dal cantante Claude Nougaro con il quale resta per diversi anni, suonando allo stesso tempo anche con orchestre di studio. Gli inpegni fissi, però, non fanno per lui. Nel 1979 lascia Nougaro e costituisce un trio con Luigi Trussardi e Charles Bellonzi e suona con Kai Winding, Jimmy Raney. Personaggio fondamentale del jazz francese muore a Parigi il 16 febbraio 2017.

 

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Gianni Lucini
Scrivere è il mio principale mestiere, comunicare una specializzazione acquisita sul campo. Oltre che per comunicare scrivo anche per il teatro (tanto), il cinema e la TV. È difficile raccontare un'esperienza lunga una vita. Negli anni Settanta ho vissuto la mia prima solida esperienza giornalistica nel settimanale torinese "Nuovasocietà" e alla fine di quel decennio mi sono fatto le ossa nella difficile arte di addetto stampa in un campo complesso come quello degli eventi speciali e dei tour musicali. Ho collaborato con un'infinità di riviste, alcune le ho anche dirette e altre le dirigo ancora. Ho organizzato Uffici Stampa per eventi, manifestazioni e campagne. Ho formato decine di persone oggi impegnate con successo nel settore del giornalismo e della comunicazione. Ho scritto e sceneggiato spot e videogiochi. Come responsabile di campagne di immagine e di comunicazione ho operato anche al di fuori dei confini nazionali arrivando fino in Asia e in America Latina. Dal 1999 al 2007 mi sono occupato di storia e critica musicale sul quotidiano "Liberazione".