Home C'era una volta Milano inaugura la Metropolitana con un trucco

Milano inaugura la Metropolitana con un trucco

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Il 1° novembre 1964, dopo sette anni di lavori e una spesa complessiva di 86 miliardi di lire, viene inaugurata la prima linea della metropolitana di Milano. Sono dodici chilometri di galleria da Lotto a Sesto Marelli sulle quali circolano ogni tre minuti 48 vetture con 205 posti ciascuna. Gli esperti prevedono un traffico di sessanta milioni di passeggeri in un anno. Per compiere l’intero percorso i treni impiegano 27 minuti.

L’idea di Noorda

L’entrata in esercizio è stata preceduta da una lunga serie di viaggi di prova, il primo dei quali era stato effettuato due anni prima, il 14 agosto 1962, utilizzando una normale vettura tranviaria “inserita” sui binari nella stazione di piazza Castello. Quattro mesi dopo, il 10 dicembre 1962, cominciavano i test con una vettura elettrica costruita dalla Breda e destinata specificamente al servizio sulle linee metropolitane. L’arredo delle stazioni e degli impianti d’accesso, caratterizzato dal colore rosso, viene progettato da una coppia di architetti formata da Franca Helg e Franco Albini, uno dei più importanti esponenti del Razionalismo Italiano. I due progettisti ricevuto l’incarico con un po’ di ritardo, quando le stazioni sono già quasi tutte terminate “al rustico”, lavorano su tre linee: l’innovazione dei materiali, la semplicità del disegno e la massima funzionalità. Per la grafica vengono affiancati dall’architetto e designer olandese Bob Noorda, cui si deve la creazione di un modello segnaletico destinato a fare scuola in tutto il mondo: la famosa fascia rossa della linea uno, con l’indicazione della fermata che si ripete ogni cinque metri sulla banchina. Fino a quel momento in tutte le metropolitane esistenti la fermata è segnalata da un unico cartello posto al centro della banchina. I lavori terminano nel 1964.

La marcia trionfale dell’Aida

Alle 10.35 del 1° novembre Milano può finalmente inaugurare la sua metropolitana. Puntuali sulla banchina della stazione Lotto ci sono i ministri alla ricerca scientifica Claudio Arnaudi, alle finanze Roberto Tremelloni, alle poste e telecomunicazioni Carlo Russo e, (chissà perché?) anche quello alla marina mercantile Giovanni Spagnolli. Con loro un gran numero di sindaci, l’ arcivescovo monsignor Giovanni Colombo, molti diplomatici, i presidenti dei metrò di Londra, Parigi, Mosca, New York, Berlino e il sindaco, Pietro Bucalossi. Proprio a quest’ultimo tocca l’apertura di una cerimonia significativamente “sbrigativa” e contenuta nei tempi. Il suo intervento dura tredici minuti. Meglio di lui fa il ministro Tremelloni che parla soltanto dodici minuti. Il taglio del nastro viene affidato alla vedova di Ezio Vigorelli, il presidente della Metropolitana scomparso una settimana prima dell’inaugurazione. Alle 11.15 il primo convoglio arriva al capolinea, a Sesto Marelli, accolto dalla Banda di Rogoredo che intona la Marcia trionfale dell’Aida. Proprio in questa fase della cerimonia c’è un trucco. Essendo lo storico corpo bandistico di Rogoredo in difficoltà a far fronte all’impegno assunto per la diaspora di un gran numero di strumentisti, ricorre a una sorta di “prestito” chiedendo aiuto alla Filarmonica Castiglionese. Di fatto la divisa dei “musicanti” che accolgono il convoglio con la “Marcia trionfale dell’Aida” è quella di Rogoredo, ma gli strumentisti sono del gruppo Castiglionese. Nessuno ci fa caso e i suonatori fanno una buona bevuta alla salute della Metropolitana Milanese stando bene attenti a non macchiare una divisa che non è la loro.

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Gianni Lucini
Scrivere è il mio principale mestiere, comunicare una specializzazione acquisita sul campo. Oltre che per comunicare scrivo anche per il teatro (tanto), il cinema e la TV. È difficile raccontare un'esperienza lunga una vita. Negli anni Settanta ho vissuto la mia prima solida esperienza giornalistica nel settimanale torinese "Nuovasocietà" e alla fine di quel decennio mi sono fatto le ossa nella difficile arte di addetto stampa in un campo complesso come quello degli eventi speciali e dei tour musicali. Ho collaborato con un'infinità di riviste, alcune le ho anche dirette e altre le dirigo ancora. Ho organizzato Uffici Stampa per eventi, manifestazioni e campagne. Ho formato decine di persone oggi impegnate con successo nel settore del giornalismo e della comunicazione. Ho scritto e sceneggiato spot e videogiochi. Come responsabile di campagne di immagine e di comunicazione ho operato anche al di fuori dei confini nazionali arrivando fino in Asia e in America Latina. Dal 1999 al 2007 mi sono occupato di storia e critica musicale sul quotidiano "Liberazione".