Home C'era una volta Nat Jaffe, il pianista nero cresciuto a Berlino

Nat Jaffe, il pianista nero cresciuto a Berlino

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Il 5 agosto 1945 muore a soli ventisette anni il pianista Nat Jaffe. Il decesso avviene a New York, la città dove è nato il 1° gennaio 1918.

Gli inizi con Jan Savitt

Gran parte dell’infanzia la trascorre in Germania dove la sua famiglia si trasferisce pochi mesi dopo la sua nascita. Qui impara anche a suonare il pianoforte classico. Nel 1932 quando in Germania iniziano a soffiare venti di burrasca soprattutto per chi ha la pelle colorata, la sua famiglia preferisce cambiare aria. Tornato a New York nel 1932, inizia la carriera musicale suonando in vari gruppi studenteschi e dilettantistici prima di debuttare professionalmente nella band di Jan Savitt.

La scelta di mettersi in proprio

Successivamente continua da solo come free-lance nei locali e negli studi di registrazione di New York fino alla primavera del 1938 quando ottiene un breve ingaggio con la formazione diretta da Joe Marsala prima di entrare a far parte dell’orchestra di Charlie Barnet. Per buona parte del 1940 suona con il trombonista Jack Teagarden mettendo in mostra qualità di improvvisatore originale e ricco di inventiva. Dopo la collaborazione con Teagarden decide di continuare in proprio alla guida di vari gruppi che si esibiscono soprattutto nei locali della Cinquantaduesima Strada. Tra i musicisti che fanno parte dei suoi combo si sono anche Charlie Shavers e Don Byas. Colpito da una grave malattia abbandona la musica e si ritira dalle scene. Accanto a lui resta solo sua moglie, la cantante Shirley Lloyd.

 

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Gianni Lucini
Scrivere è il mio principale mestiere, comunicare una specializzazione acquisita sul campo. Oltre che per comunicare scrivo anche per il teatro (tanto), il cinema e la TV. È difficile raccontare un'esperienza lunga una vita. Negli anni Settanta ho vissuto la mia prima solida esperienza giornalistica nel settimanale torinese "Nuovasocietà" e alla fine di quel decennio mi sono fatto le ossa nella difficile arte di addetto stampa in un campo complesso come quello degli eventi speciali e dei tour musicali. Ho collaborato con un'infinità di riviste, alcune le ho anche dirette e altre le dirigo ancora. Ho organizzato Uffici Stampa per eventi, manifestazioni e campagne. Ho formato decine di persone oggi impegnate con successo nel settore del giornalismo e della comunicazione. Ho scritto e sceneggiato spot e videogiochi. Come responsabile di campagne di immagine e di comunicazione ho operato anche al di fuori dei confini nazionali arrivando fino in Asia e in America Latina. Dal 1999 al 2007 mi sono occupato di storia e critica musicale sul quotidiano "Liberazione".