Home C'era una volta Nicuzza, la stella del Café Chantant che non aveva paura di niente

Nicuzza, la stella del Café Chantant che non aveva paura di niente

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Il 17 giugno 1938, a Napoli, muore a ventidue anni fra atroci sofferenze la cantante Nicuzza, una delle più popolari stelle del café chantant.

Fiori sul pubblico

Nata il 5 aprile 1906 a Messina e registrata all’anagrafe con il nome di Maria Sergi a quindici anni scappa di casa e se ne va a Napoli dove studia canto facendosi mantenere dal suo maestro. Graziosa ed eccentrica nel 1923 debutta come cantante nei Café Chantant interpretando brani come Ninì, La spagnola, L’ingenua e ‘A frangesa. Tra le sue performances più famose c’è l’interpretazione di Balocchi e profumi durante la quale sparge sul pubblico fiori ed essenze profumate. Con le sue mossette, le gonne alzate al momento opportuno e la voce sensuale conquista una lunga serie di uomini importanti dell’epoca che si innamorano perdutamente di lei.

La denuncia e la fuga

Partecipa a varie audizioni di Piedigrotta e vive rocambolesche avventure fino al punto da ritrovarsi sul capo un mandato di comparizione per “comportamento scandaloso”. Accade nel gennaio del 1938, quando in Italia il regime fascista ha deciso una stretta sull’ordine pubblico, ma lei non se ne cura. Una notte ruba una divisa militare a un amante occasionale e fugge in Africa Orientale dove si esibisce in vari locali con un nome fasullo. A giugno, quando le fanno sapere che tutto sembra ormai a posto e non rischia più l’arresto, s’imbarca per tornare in Italia. Nel viaggio di ritorno s’ammala a causa di una dolorosa malattia tropicale e muore in clinica pochi giorni dopo essere sbarcata a Napoli.

 

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Gianni Lucini
Scrivere è il mio principale mestiere, comunicare una specializzazione acquisita sul campo. Oltre che per comunicare scrivo anche per il teatro (tanto), il cinema e la TV. È difficile raccontare un'esperienza lunga una vita. Negli anni Settanta ho vissuto la mia prima solida esperienza giornalistica nel settimanale torinese "Nuovasocietà" e alla fine di quel decennio mi sono fatto le ossa nella difficile arte di addetto stampa in un campo complesso come quello degli eventi speciali e dei tour musicali. Ho collaborato con un'infinità di riviste, alcune le ho anche dirette e altre le dirigo ancora. Ho organizzato Uffici Stampa per eventi, manifestazioni e campagne. Ho formato decine di persone oggi impegnate con successo nel settore del giornalismo e della comunicazione. Ho scritto e sceneggiato spot e videogiochi. Come responsabile di campagne di immagine e di comunicazione ho operato anche al di fuori dei confini nazionali arrivando fino in Asia e in America Latina. Dal 1999 al 2007 mi sono occupato di storia e critica musicale sul quotidiano "Liberazione".