Dopo molte anticipazioni e annunci il 13 novembre 2000 esce ufficialmente “One”, l’antologia dei successi dei Beatles che, come recita il comunicato stampa della EMI, «riunisce i loro ventisette singoli numeri uno in classifica».
Una banale operazione di marketing
Si completa così una grande operazione di marketing iniziata con il volume dell’autobiografia “ufficiale”. L’album, che schizza rapidamente i vertici delle classifiche di vendita in moltissimi paesi, punta chiaramente a strappare a Thriller di Michael Jackson il record del “disco più venduto di tutti i tempi”. In realtà One non aggiunge niente di nuovo alla leggenda dei Fab Four, anche se i brani sono conosciuti, belli e rimasterizzati con cura. In più, a dispetto dei comunicati stampa, il disco non raccoglie davvero «tutti i singoli arrivati al primo posto in classifica». Nella track list, infatti, c’è da rilevare l’assenza, apparentemente inspiegabile, di Rain e Strawberry fields forever.
Un’operazione studiata a tavolino
La ragione per la quale, a dispetto della presentazione, l’album non raccoglie tutti i brani dei Beatles arrivati al vertice della classifica è la dimostrazione che l’intera operazione è stata accuratamente studiata a tavolino. Con ventisette brani si è arrivati al limite della capienza di un normale compact disc. Se si fossero inseriti i due brani mancanti l’album avrebbe dovuto essere sdoppiato in due Cd e il maggior costo di vendita avrebbe reso impossibile l’assalto al record di “disco più venduto di tutti i tempi”. Si è perciò preferito una sorta di “falso storico” di successo a un’antologia corretta, ma non da record. Nonostante tutto, però, il prodotto un modesto valore aggiunto ce l’ha: contiene le famose foto di John, Paul, George e Ringo scattate da Richard Avedon.