Home Punti di vista Orietta Berti: «Per me la natura un valore irrinunciabile»

Orietta Berti: «Per me la natura un valore irrinunciabile»

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Orietta Berti

Questa settimana Daily Green intervista Orietta Berti, una delle più popolari interpreti femminili degli anni ’60. 15 milioni di dischi venduti, Premio Speciale Mia Martini nel 2010, Orietta Berti non ha bisogno di presentazioni. Scopriamo insieme il suo lato G(reen).

Quattro dischi d’oro, 1 di platino e 2 d’argento. 15 milioni di dischi e tournèe in tutto il mondo. Una carriera lunghissima. Come è cominciata Orietta? Raccontaci un po’ la tua avventura artistica, hai cominciato a cantare professionalmente da giovanissima. Quanti anni avevi?

E’ cominciata partecipando ad un concorso di “Voci nuove”, al Teatro di Reggio Emilia, dove cantavo “Il cielo in una stanza” della grande Mina. Lì incontrai Giorgio Calabrese, grande autore di canzoni (come “Il nostro concerto”, “Arrivederci”, etc.) e programmi televisivi, che faceva parte della giuria e che mi notò e mi chiese di andare a Milano e mi fece ottenere un contratto discografico con la Karim, dove ero insieme a Fabrizio De André e Memo Remigi. In quel momento iniziammo ad incidere diversi provini che ottennero successo e mi permisero di passare alla Polygram, casa discografica tedesca del gruppo Philips. Avevo 18 anni.

E i tuoi prossimi progetti?

In questo periodo sto iniziando la registrazione del mio nuovo Album per festeggiare nel 2015 i 50 anni di carriera. Sarà un cofanetto contenente 4 cd che uscirà nell’autunno 2015 e che oltre a ripercorrere tutta la mia carriera, attraverso le varie decadi di questa bellissima avventura, sarà ricco di sorprese e “chicche” che insieme al maestro Enzo Campagnoli stiamo realizzando per i miei ammiratori e per il mio pubblico. Inoltre da gennaio riprenderà l’attività televisiva e i concerti.

Orietta, insieme a Fabio Fazio, hai fatto tantissime cose per la TV, da Anima mia a Quelli che il calcio, a Sanremo notte. Com’è lavorare con Fazio?

E’ stato un periodo molto divertente, ho passato 5 anni splendidi ed intensi insieme a Fabio e tutti i collaboratori di “Quelli che il calcio”. Cinque anni fatti di viaggi in giro per l’Europa e per il mondo, che mi portarono ad incontrare persino il Dalai Lama e a visitare la casa del grande Elvis Presley. Un bellissimo periodo, come bellissimo fu anche quello insieme a Maurizio Costanzo a “Buona Domenica”, durato anch’esso 5 anni, dove ogni settimana cantavo insieme alla grande orchestra di Demo Morselli.

Orietta, qual è la prima cosa che ti è venuta in mente quando hai assistito all’esibizione di Gabriele Cirilli “nei tuoi panni”  in “Tale e Quale Show”?

Che i truccatori avevano fatto un lavoro incredibile, erano stati bravissimi nel seguire le stesse sfumature di trucco che avevo in quel “Disco per l’estate” del 1970.

Nell’esperienza di Sanremo giovani 1997, sempre con Fabio Fazio, hai seguito personalmente le nuove leve della musica leggera italiana. Pensi che per i giovani di adesso sia più facile riuscire a sfondare? Cosa pensi sia cambiato se qualcosa è cambiato e cosa consiglieresti ai giovani di oggi che vogliono intraprendere questa carriera.

Oggi hanno molte più possibilità di allora, attraverso i talent e attraverso la rete internet che ti permette di arrivare ad un pubblico anche connettendoti da casa tua. Purtroppo sono tantissimi e forse troppi, e questo rende più difficile la continuità della professione e con essa l’affezionarsi del pubblico.

Che tipo di musica ascolti nel tempo libero? C’è un artista che ami in modo particolare?

Da sempre ascolto tutti i tipi di musica, dalla classica (per la quale spesso mi confronto con l’amico Duccio Lamberti), al flamenco che è la passione di mio figlio Otis, fino al rock dei “Kiss” che è uno dei gruppi preferiti da mio figlio Omar. Ammetto che ho una predilezione per Sarah Vaughan, Ella Fitzgerald e Mina, non solo per le doti vocali ma per la straordinaria capacità di emozionare attraverso l’interpretazione della canzone. Quello che riusciva benissimo ad Elvis, attraverso la sua voce ed il suo personaggio.  Senza ombra di dubbio devo ammettere che la voce più bella di sempre è quella di Frank Sinatra, cosi calda e coinvolgente, dove anche nei brani difficili da interpretare riusciva a scandire bene ogni singola parola con una straordinaria eleganza. Non vorrei essere pessimista, ma penso che sarà difficile avere in futuro un’altra “Voce” bella come la sua.

Per Orietta Berti la radio e anche il cinema. Poche apparizioni ma vicino a grandi attori in film importanti come “I nuovi mostri”. Qual era la cosa che più ti piaceva del mondo del cinema?

Furono tutte esperienze bellissime ed occasionali, come anche l’ultima insieme a Lino Banfi e Lino Toffolo nel film “Tutti i padri di Maria” (prodotto da Rai fiction) che abbiamo registrato in Argentina a Buenos Aires circa 3 o 4 anni fa. Occasionali perché si è sempre molto impegnati nel proprio lavoro tra concerti e televisione, che è sempre stato difficile trovare tante settimane di tempo da dedicare ad altri progetti come quelli cinematografici. Per l’esperienza del film “I Nuovi Mostri”, ricordo la cordialità e la genuinità del grande Ugo Tognazzi.

Qual è il genere cinematografico che preferisci? 

Tutto il cinema è bello, non ho un genere che preferisco, dai polizieschi, ai grandi Kolossal, alle commedie, se un film è fatto bene ogni genere è piacevole. Devo ammettere che non seguo molto i film horror.

Un film su tutti?

Se dovessi citare il titolo di un film direi “Don Camillo”, una delle saghe cinematografiche più belle del cinema italiano, ma anche le commedie del grande Totò, i Kolossal americani come “Ben Hur” o “Via col vento”, i capolavori di Fellini e Rossellini, fino alle grandi commedie di Monicelli, Scola e Risi che hanno rappresentato l’Italia del passato.

L’ultimo libro che hai letto?

Nei mesi scorsi ho riletto “Guerra e pace”.

Orietta, tu hai viaggiato molto, la tua musica è arrivata praticamente ovunque. Qual è il paese dove preferisci esibirti, quello che ti accoglie con più calore? E qual è la tua canzone che riscuote più successo all’estero?

Tutti i paesi e le nazioni che mi accolgono per il mio tour di concerti hanno il loro fascino e il loro modo di trasmettermi la loro stima ed il loro affetto; che sia negli Stati Uniti, in Canada, in Belgio o in qualsiasi altro paese, ogni pubblico ha la capacità di farmi emozionare, è proprio questa emozione che cerco sempre di restituire a loro, attraverso la musica, quell’energia e quell’affetto che mi dimostrano creano quell’empatia straordinaria che rendono magico ogni concerto.

Che rapporto hai con la natura?

Un grandissimo rapporto di rispetto, da sempre, per i valori con cui sono cresciuta sin dalla mia infanzia a Cavriago. Oltre alla grande passione che ho per il giardinaggio e per gli animali, penso che sia doveroso ed automatico essere consapevoli e rispettosi della natura, che non solo ci circonda ma che ci sostiene e ci dà la vita. Mi piange il cuore vedere spesso certi scempi e certe atrocità ambientali che flagellano il nostro paese e la nostra cultura, una cultura che dovrebbe salvaguardare la natura nella sua funzionalità come nella sua estetica.

Che ricordi hai della tua Emilia?

Ci vivo, quindi i ricordi della mia infanzia e giovinezza sono sempre molto presenti nella mia vita, grazie anche alla famiglia, agli amici ed alle tradizioni.

Orietta tu ami molto gli animali, so che hai dei cani. Che cani hai? Che tipo di rapporto hai con loro? So che anche i loro nomi iniziano tutti per “O”…

Ho due cani “Corso”, un maschio di nome Otello ed una femmina di nome Olimpia, inoltre ho anche tre gatti, Alice, Freddy e Susy. Sono per me come dei ”figli”, da sempre ho un ottimo rapporto con gli animali. Pensa che tra la fine degli anni ’70 e l’inizio degli anni ’80 arrivai ad avere contemporaneamente 18 cani e 40 gatti (più qualche pappagallo e tartaruga)…. insomma era un piccolo zoo di “trovatelli” che riuscivamo a gestire grazie all’aiuto di mia madre e di mia suocera…. oggi sarebbe molto difficile, non essendoci più loro, a gestire un numero così grande di “amici a 4 zampe”.

Vivi in campagna. Hai un orto?

Non ho un orto, mi piacerebbe ma non l’ho mai avuto, purtroppo non ho mai avuto il tempo per dedicarmi alla cura di tale attività.

Cosa vuol dire per te essere ecologicamente corretti?

Rispettare il proprio ambiente, la natura e gli animali che la vivono, cercando di avere il più basso “impatto”  possibile su di esso.  Non è solo “non buttare la carta per terra”, è anche non esagerare con prodotti nocivi, diserbanti, inquinanti, o anche il rispetto degli habitat della fauna che occupa un territorio. La politica, con il suo potere e i suoi vizi dovrebbe dedicarsi seriamente e con molta più partecipazione all’educazione e al rispetto del nostro ambiente. E’ un tema che interessa tutto il popolo e tutto il mondo, senza distinzioni tra destra e sinistra, quindi il buon senso dovrebbe far si che su questi temi ci fosse un’efficienza ed una condivisione altissima. Si usano molto gli slogan ma poi si fa sempre poco, non capendo che è un’opportunità ed una risorsa per tutto il nostro paese.

Pensi che un artista possa/debba dare il buon esempio per sensibilizzare le persone al tema ambientale?

Sì, è doveroso, come è doveroso il potenziare l’educazione ed il senso civico dell’istruzione dei nostri figli nelle scuole. I bambini, già da diversi decenni, imparano ad usare a scuola tecnologie utilissime per il vivere sociale, ma vengono preparati molto poco sulla consapevolezza ed il rispetto dell’ambiente e della natura che li circonda.

Qual è la cosa di te che butteresti via senza esitazioni e quale invece la parte di te che ricicleresti?

Non lo so, sono fatta così con i miei pregi e i miei difetti come tutti, cercando di dare il meglio di me in ogni cosa che faccio.

Una cosa a cui, anche se inquinante, non rinunceresti mai?

Non saprei, più che non rinunciare… rinuncerei volentieri ai tanti doppi e tripli imballaggi che certi prodotti hanno nel loro packaging, spesso ci si accorge di quanto materiale si spreca.