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Parietaria, l’erba spaccapietra che aiuta i reni

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La Parietaria

La parietaria è la pianta dei muri che aiuta i reni. E’ chiamata anche “spaccapietra” o “murajola” proprio perché di solito cresce alla base delle pareti all’ombra, ha la  capacità di attaccarsi tenacemente ai muri, riuscendo spesso a sgretolarli, grazie al lungo apparato radicale.

Nell’antichità si pensò che la pianta fosse in grado di spezzare i sassi e quindi venne prescritta per frantumare ed espellere i calcoli ai reni e alla vescica. In passato veniva utilizzata per pulire perfettamente vetri, fondi di bottiglie e bicchieri per la presenza di acheni pelosi. Per questo suo uso venne anche definita erba vetriola. Già Plino il Vecchio (I sec. d.C.) nei suoi libri di botanica citava le virtù medicamentose della pianta che naturalisti ed erboristi del Medioevo e del Rinascimento confermarono, continuando a prescriverla come diuretico ed emolliente dell’apparato renale.  Da Dioscoride è indicata contro le erisipele(le infiammazionie di pelle e del derma), le infiammazioni in genere e la tosse. Si racconta che uno schiavo di Pericle, caduto dall’alto di un tempio, fu guarito da questa pianta che Minerva gli aveva mostrato in sogno.

Appartiene alla famiglia delle Urticaceae ed è conosciuta con i nomi comuni quali, vetriola ed erba dei muri. A seconda della regione in cui ci troviamo prende dei nomi locali; per esempio viene chiamata in Liguria canigea, in Piemonte Pan mol, in Veneto lavagoti, in Toscana erba corniola, in Abruzzo jerva mura, in Sicilia erba di Madonna, ed in Sardegna erba de bentu.

È una pianta erbacea con rizoma allungato da cui originano numerosi fusti erettili, semplici, appena ramificati. I fusti sono alti 70 cm, pelosi e di colore rosso. Le foglie hanno un lungo picciolo sono ovali o ellittiche hanno un margine intero e la superficie superiore è verde scura, mentre quella inferiore è chiara. I fiori hanno un involucro diviso in quattro parti ovali, nell’infiorescenza ci sono tre tipi di fiori: quelli maschili con quattro stami, quelli femminili con ovario, e quelli completi di stami e ovario. Il frutto è un achenio racchiuso dal involucro del fiore che si accresce e avvolge il frutto che è ovale e nero. Cresce dal mare alla zona submontana di tutta Italia e si trova sulle rocce e sui vecchi muri, ma anche lungo le siepi e nei boschi. Si raccoglie da giugno a settembre recidendo la pianta ad alcuni cm dalla base. I fusti possono essere essiccati e riuniti in mazzi, oppure in strati sottili rimuovendoli spesso evitando che il materiale diventi nero; si conservano in sacchetti di carta o di tela.

La parietaria ha proprietà diuretiche, sudorifere, depurative, espettoranti, emollienti ed i suoi principi attivi sono: le mucillagini, sostanze amare, microelementi e sostanze solforate. Nota fin dai tempi antichi per le virtù medicamentose anche se spesso sfruttate a sproposito, veniva usata soprattutto per le prerogative diuretiche. Ha un elevato contenuto di sali di potassio, specialmente nitrato e di flavonoidi, che sono responsabili degli effetti che determinano l’eliminazione di acqua attraverso l’apparato renale. Moderni studi hanno affermato che le foglie fresche sono utili nelle idropisie, nelle nefriti, nelle cistiti, negli edemi da insufficienza cardiaca e in genere nel ristagno di urina; giovano anche per eliminare i calcoli renali e vescicali. Ha anche effetti espettoranti, antiasmatiche e tossiscefughe, viene anche impiegata come emolliente su dermatiti, foruncoli, ragadi e piccole scottature. Il polline della parietaria, insieme a quello della betulla, è il principale responsabile delle allergie, soprattutto infantili, pertanto il suo uso è sconsigliato a chi soffre di affezioni allergiche.

I CONSIGLI DEL FARMACISTA

Per uso interno viene presa la porzione aerea della pianta per stimolare la diuresi e l’eliminazione dei catarri, facendo un succo delle foglie fresche 30 o 60 grammi al giorno,prendere a cucchiaini. Oppure un decotto :3 grammi in 100 ml di acqua 1 2 tazze al giorno, anche con una scorza di limone eventualmente. Anche  una tintura :20 grammi in 100 ml di alcool di 20° a macero per 8 giorni, prendere a cucchiaini.                                                  Per uso esterno si prende la porzione aerea della pianta per piccole infiammazioni della pelle e delle mucose o per leggere scottature fare un decotto: 5 grammi in 100 ml di acqua, fare lavaggi bagni parziali applicare compresse imbevute di decotto sulle zone interessate.

Attenzione: Le applicazioni farmaceutiche e gli usi alimurgici sono indicati a mero scopo informativo, decliniamo pertanto ogni responsabilità sul loro utilizzo a scopo curativo, estetico o alimentare.

La specie è soggetta a restrizioni legali in alcuni Paesi. In molte regioni italiane è specie protetta ed è quindi vietata la raccolta.

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Antonella Danese
Sono una giovane farmacista, appassionata di erbe, piante e rimedi naturali. Sono convinta che la salute passi per una giusta informazione e non tutti sono a conoscenza delle proprietà e delle mille potenzialità che offre la Natura. Per Daily Green sono lieta di curare la rubrica Eco Da Te con una serie di consigli utili (ed anche ricette tutte da provare) per il vostro benessere.