Home C'era una volta Pete Brown, un sax dallo swing al bop

Pete Brown, un sax dallo swing al bop

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Il 9 novembre 1906 a Baltimore, nel Maryland, nasce il sassofonista Pete Brown registrato all’anagrafe con il nome di James Ostend Brown.

Gli inizi al pianoforte

I primi passi nel mondo della musica li muove all’età di otto anni quando inizia a suonare il pianoforte sotto la guida della madre pianista e del padre trombonista, quindi passa all’ukulele e al violino. A dodici anni inizia a esibirsi nei locali della sua città e nel 1924 diventa uno dei sassofonisti dell’orchestra del teatro di Baltimora. Successivamente suona con la Southern Star Jazz Band, i The Baltimore Melody Boys e l’orchestra di Johnny Jones. All’inizio del 1927 incontra Banjo Bernie Robinson con il quale si trasferisce a New York. Dal 1930 al 1935 fa parte a più riprese dell’orchestra di Charlie Skeets e nel 1933 partecipa ad una seduta di registrazione per Clarence Williams. Suona anche con il trio di Fred Moore e nel maggio del 1937, dopo essersi esibito al Brittwood Club nella zona di Harlem, entra nell’orchestra di John Kirby.Un anno dopo, forma un proprio gruppo con il quale si esibisce al Kelly’s Stable, all’Onyx Club e in altri locali newyorchesi.

Il bop non lo spaventa

Nel 1942 registra i primi dischi sotto suo nome per la Decca alla testa di una formazione comprendente Dizzy Gillespie, Jimmy Hamilton e Sammy Price. L’avvento del bop non lo spaventa. Dopo essere stato una delle punte di diamante dell’era dello swing, si impone anche tra gli altosassofonisti della nuova scuola, lasciandone conferma nei vari dischi registrati a partire dal 1945 e per tutti gli anni Cinquanta. Delle piccole formazioni a suo nome fanno parte via via musicisti come Joe Thomas, Kenny Kersey, Al Casey, Milt Hinton, J.C. Heard, Joe Wilder, Wade Legge, Gene Ramey ed altri. Muore a New York il 20 settembre 1963.

 

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Gianni Lucini
Scrivere è il mio principale mestiere, comunicare una specializzazione acquisita sul campo. Oltre che per comunicare scrivo anche per il teatro (tanto), il cinema e la TV. È difficile raccontare un'esperienza lunga una vita. Negli anni Settanta ho vissuto la mia prima solida esperienza giornalistica nel settimanale torinese "Nuovasocietà" e alla fine di quel decennio mi sono fatto le ossa nella difficile arte di addetto stampa in un campo complesso come quello degli eventi speciali e dei tour musicali. Ho collaborato con un'infinità di riviste, alcune le ho anche dirette e altre le dirigo ancora. Ho organizzato Uffici Stampa per eventi, manifestazioni e campagne. Ho formato decine di persone oggi impegnate con successo nel settore del giornalismo e della comunicazione. Ho scritto e sceneggiato spot e videogiochi. Come responsabile di campagne di immagine e di comunicazione ho operato anche al di fuori dei confini nazionali arrivando fino in Asia e in America Latina. Dal 1999 al 2007 mi sono occupato di storia e critica musicale sul quotidiano "Liberazione".