Home C'era una volta Pier Paolo Pasolini difende Claudio Villa

Pier Paolo Pasolini difende Claudio Villa

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Alla fine degli anni Cinquanta, nel pieno della sua battaglia contro le innovazioni indotte dal consumismo e dai modelli americani Pier Paolo Pasolini difende pubblicamente Claudio Villa sottoposto a una sorta di “processo” dal settimanale “Sorrisi e Canzoni”.

Un’appassionata dichiarazione di stima

Il cantante è accusato di essere espressione di forme artistiche sorpassate con l’aggravante di avere un atteggiamento aggressivo da “bullo” di periferia. Pasolini decide di prendere posizione e la sua firma prestigiosa compare in calce a un’arringa difensiva passata alla storia come un’appassionata dichiarazione di amore e di stima per il cantante e per il mondo da lui rappresentato.

I cantanti mi sono simpatici e amo le canzoni

Questo è il testo pubblicato il 20 novembre 1960 sul n. 47 di “Sorrisi e Canzoni” e firmato per esteso da Pier Paolo Pasolini: «Mi piace il repertorio delle canzoni melodiche di Claudio Villa, perché mi piace il pubblico che ama questo stile popolare e verace. Approvo anche che Villa si scriva, si musichi e si interpreti le sue canzoni. Lui lo fa “nel suo piccolo”, come Charlot ha fatto “nel suo grande”. In quanto agli atteggiamenti da bullo, alla sua presunzione e agli atteggiamenti di sufficienza che si imputano al capo d’accusa numero due, io trovo che nella sua qualità di attore-cantante e di personaggio dello spettacolo, tali atteggiamenti gli si addicano, perché fanno, appunto, spettacolo. Disapprovo invece che Villa si dia a interpretazioni del genere urlato, anche perché io credo nella canzone come mezzo verace di espressione, e penso che il genere urlato non sia genuino. Vorrei che Claudio Villa fosse assolto, perché i cantanti mi sono simpatici e amo le canzoni».

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Gianni Lucini
Scrivere è il mio principale mestiere, comunicare una specializzazione acquisita sul campo. Oltre che per comunicare scrivo anche per il teatro (tanto), il cinema e la TV. È difficile raccontare un'esperienza lunga una vita. Negli anni Settanta ho vissuto la mia prima solida esperienza giornalistica nel settimanale torinese "Nuovasocietà" e alla fine di quel decennio mi sono fatto le ossa nella difficile arte di addetto stampa in un campo complesso come quello degli eventi speciali e dei tour musicali. Ho collaborato con un'infinità di riviste, alcune le ho anche dirette e altre le dirigo ancora. Ho organizzato Uffici Stampa per eventi, manifestazioni e campagne. Ho formato decine di persone oggi impegnate con successo nel settore del giornalismo e della comunicazione. Ho scritto e sceneggiato spot e videogiochi. Come responsabile di campagne di immagine e di comunicazione ho operato anche al di fuori dei confini nazionali arrivando fino in Asia e in America Latina. Dal 1999 al 2007 mi sono occupato di storia e critica musicale sul quotidiano "Liberazione".