Home C'era una volta Randy Brecker, una tromba tra rock, pop e jazz

Randy Brecker, una tromba tra rock, pop e jazz

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Il 27 novembre 1945 a Philadelphia in Pennsylvania nasce il trombettista Randy Brecker.

Con i Blood, Sweat & Tears

Fratello del sassofonista Michael Brecker, studia all’Indiana University dal 1963 al 1965 facendosi dare lezioni private da David Baker e altri insegnanti. I risultati non si fanno attendere. Nel 1966 si piazza al secondo posto all’International Jazz Competition di Vienna dietro a Franco Ambrosetti. Nello stesso anno ottiene il primo ingaggio importante, partecipando alla registrazione del primo album dei Blood, Sweat & Tears con i quali però non resta a lungo. L’anno dopo entra nel gruppo del pianista Horace Silver, con cui suonerà anche nel 1969 e nel 1973. Nel 1968 va in tournée con Janis Joplin e fa parte delle big band di Duke Pearson e Clark Terry. Nel 1970 collabora con il batterista Art Blakey e va in tournée con Stevie Wonder.

Al fianco di Springsteen

Tra il 1971 e il 1972 entra a far parte del gruppo jazz-rock dei Dreams, guidato dal batterista Billy Cobham. Tra il 1971 e il 1973 approfondisce ulteriormente i contatti con il mondo del rock e del jazz-rock, suonando con gli Eleventh House del chitarrista Larry Coryell, con l’arrangiatore brasiliano Eumir Deodato e con il chitarrista rock Johnny Winter e il cantautore James Taylor. Alla fine del 1973 torna a collaborare con il gruppo di Billy Cobham. In seguito suona con Bruce Springsteen e fonda il gruppo Brecker Bros. con il fratello Mike, inserendosi nell’area più commerciale della cosiddetta fusionmusic. Seguono esperienze con i Mingus Dinasty e nuovi tour con artisti come Joni Mitchell. Strumentista tecnicamente assai dotato, dalla squillante sonorità e dal fluido fraseggio, Brecker è ricercatissimo come musicista di studio. In più è considerato un solista fantasioso e versatile, abile soprattutto in contesti hard-boppistici.

 

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Gianni Lucini
Scrivere è il mio principale mestiere, comunicare una specializzazione acquisita sul campo. Oltre che per comunicare scrivo anche per il teatro (tanto), il cinema e la TV. È difficile raccontare un'esperienza lunga una vita. Negli anni Settanta ho vissuto la mia prima solida esperienza giornalistica nel settimanale torinese "Nuovasocietà" e alla fine di quel decennio mi sono fatto le ossa nella difficile arte di addetto stampa in un campo complesso come quello degli eventi speciali e dei tour musicali. Ho collaborato con un'infinità di riviste, alcune le ho anche dirette e altre le dirigo ancora. Ho organizzato Uffici Stampa per eventi, manifestazioni e campagne. Ho formato decine di persone oggi impegnate con successo nel settore del giornalismo e della comunicazione. Ho scritto e sceneggiato spot e videogiochi. Come responsabile di campagne di immagine e di comunicazione ho operato anche al di fuori dei confini nazionali arrivando fino in Asia e in America Latina. Dal 1999 al 2007 mi sono occupato di storia e critica musicale sul quotidiano "Liberazione".