Home C'era una volta Rashied Ali e le figure ritmiche complesse

Rashied Ali e le figure ritmiche complesse

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Il 1° luglio 1935 nasce a Philadelphia, in Pennsylvania Rashied Ali, uno dei batteristi più interessanti degli anni Sessanta e Settanta.

Un inizio complicato

Gli inizi di Rashid non sono facili. Dopo studi parzialmente privati integrati dalla ferquentazione di corsi presso la Granoff School, inizia a suonare con vari gruppi di rock and roll. Le vicende personali e le difficoltà economiche lo costringono ad abbandonare la musica per circa due anni durante i quali esercita l’attività di tassista. Intenzionato a riprovarci si trasferisce a New York nel 1963, dove acquista una buona reputazione nel campo degli alfieri della nuova improvvisazione jazz. Ha occasione di suonare con Sun Ra, Archie Shepp e Marion Brown.

L’incontro con Coltrane

Nel novembre del 1965 entra a far parte del gruppo di John Coltrane, affiancando Elvin Jones. Dopo l’allontanamento di quest’ultimo diviene il batterista fisso del gruppo fino alla morte di Coltrane. In seguito suona con Sonny Rollins, Jackie McLean e Alice Coltrane, oltre che con propri gruppi. Nel 1974 apre un locale, lo Ali’s Alley, dove si esibisce regolarmente. Tra le sue collaborazioni discografiche vanno citate quelle con il sassofonista Frank Lowe e con il violinista Leroy Jenkins. Strumentista assai dotato, Ali sembra proseguire la evoluzione post-boppista iniziata in senso poliritmico da Elvin Jones. Il suo stile si caratterizza, infatti, per la sovrapposizione di figurazioni ritmiche assai complesse, che creano una sorta di continuo e variegato flusso sonoro. Muore a New York il 12 agosto 2009.

 

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Gianni Lucini
Scrivere è il mio principale mestiere, comunicare una specializzazione acquisita sul campo. Oltre che per comunicare scrivo anche per il teatro (tanto), il cinema e la TV. È difficile raccontare un'esperienza lunga una vita. Negli anni Settanta ho vissuto la mia prima solida esperienza giornalistica nel settimanale torinese "Nuovasocietà" e alla fine di quel decennio mi sono fatto le ossa nella difficile arte di addetto stampa in un campo complesso come quello degli eventi speciali e dei tour musicali. Ho collaborato con un'infinità di riviste, alcune le ho anche dirette e altre le dirigo ancora. Ho organizzato Uffici Stampa per eventi, manifestazioni e campagne. Ho formato decine di persone oggi impegnate con successo nel settore del giornalismo e della comunicazione. Ho scritto e sceneggiato spot e videogiochi. Come responsabile di campagne di immagine e di comunicazione ho operato anche al di fuori dei confini nazionali arrivando fino in Asia e in America Latina. Dal 1999 al 2007 mi sono occupato di storia e critica musicale sul quotidiano "Liberazione".