Home C'era una volta Rita Pavone nel pallone

Rita Pavone nel pallone

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Il 17 novembre 1962 arriva al primo posto della classifica italiana dei dischi più venduti una canzone destinata a diventare una sorta di longseller senza età. Il brano si intitola La partita di pallone, ne sono autori Carlo Alberto Rossi ed Edoardo Vianello.

Oggi si chiamerebbe una “cover”

La canzone non è una novità. Qualche tempo prima, infatti, è stato inciso da Cocky Mazzetti senza risultati apprezzabili. Oggi si direbbe  una “cover”, ma all’epoca era normale che una canzone avesse più interpreti. In ogni caso, se la canzone è la stessa, che cosa è cambiato? Tutto. Per prima l’interprete. Al posto dell’urlatrice melodica Cocky Mazzetti c’è Rita Pavone, una scatenata e lentigginosa diciassettenne torinese dalla voce esplosiva scoperta da Teddy Reno al Festival degli Sconosciuti di Ariccia. La RCA italiana, intenzionata a catturare il pubblico degli adolescenti, capisce fin dal primo momento che la ragazza può rompere gli schemi che fino ad allora hanno caratterizzato la presenza femminile nella canzone italiana e si adegua.

Un arrangiamento pensato per i Juke Box

Il secondo elemento di novità, funzionale al primo, è l’arrangiamento del brano affidato a Luis Enriquez Bacalov e costruito apposta per far suonare il disco a volume altissimo nei juke box. L’intenzione è esplicita fin dal basso e i quattro colpi di cassa che ne costituiscono l’avvio. Il livello della registrazione, superiore di quasi quattro volte alla norma, fa il resto. Quando viene gettonato nei juke box il brano non può non essere notato. In pochi giorni il disco vende più di un milione di copie e Rita Pavone diventa una star grazie anche al fatto che viene scelta, insieme a Gianni Morandi, come conduttrice di “Alta pressione”, il primo programma televisivo scritto e pensato per gli adolescenti.

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Gianni Lucini
Scrivere è il mio principale mestiere, comunicare una specializzazione acquisita sul campo. Oltre che per comunicare scrivo anche per il teatro (tanto), il cinema e la TV. È difficile raccontare un'esperienza lunga una vita. Negli anni Settanta ho vissuto la mia prima solida esperienza giornalistica nel settimanale torinese "Nuovasocietà" e alla fine di quel decennio mi sono fatto le ossa nella difficile arte di addetto stampa in un campo complesso come quello degli eventi speciali e dei tour musicali. Ho collaborato con un'infinità di riviste, alcune le ho anche dirette e altre le dirigo ancora. Ho organizzato Uffici Stampa per eventi, manifestazioni e campagne. Ho formato decine di persone oggi impegnate con successo nel settore del giornalismo e della comunicazione. Ho scritto e sceneggiato spot e videogiochi. Come responsabile di campagne di immagine e di comunicazione ho operato anche al di fuori dei confini nazionali arrivando fino in Asia e in America Latina. Dal 1999 al 2007 mi sono occupato di storia e critica musicale sul quotidiano "Liberazione".