Home C'era una volta Rod, the mod, nato dopo un’esplosione

Rod, the mod, nato dopo un’esplosione

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Il 10 gennaio 1945 a Highgate, Londra, nasce Roderick David Stewart, destinato a diventare con il nome abbreviato in Rod Stewart uno dei più discussi personaggi della scena pop.

Dal calcio alla musica

Amante degli eccessi, dell’alcool, del football e delle donne, soprannominato “Rod the Mod” per la sua personale concezione dell’eleganza, Rod sarebbe nato due ore dopo l’esplosione di una V2 tedesca sulla sua casa. Nel 1961 diventa un calciatore professionista dopo essere stato ingaggiato dal Brentford Football Club, una squadra di seconda divisione. La passione per la musica però è più forte di quella per il calcio. Nella primavera del 1962 inizia a cantare e a suonare l’armonica con il cantante folk Wizz Jones poi lascia l’Inghilterra e vagabonda per qualche mese sul continente europeo in autostop. Nell’autunno dello stesso anno lascia il calcio e si adatta a lavorare con i fratelli nel negozio di vernici della famiglia, ma la vita normale non fa per lui. Nel 1963, affascinato dal nascente rhythm and blues britannico, si unisce come armonicista alla band di Jimmy Powell and The Five Dimensions. Secondo la leggenda, poco tempo dopo, mentre, ubriaco, canta nella stazione di Twickenham, viene notato da Long John Baldry degli All Star di Cyril Davies che, nel gennaio 1964, lo chiama a far parte del suo nuovo gruppo, gli Hoochie Coochie Men. Il suo duetto con Baldry, nel brano Up above my head I hear music degli Hoochie Coochie Men, diventa il primo disco della sua lunghissima carriera seguito, a dicembre dello stesso anno, dal suo primo singolo da solista, Good morning little school girl, versione di un vecchio brano di Sonny Williamson

Dai Faces alla scelta solista

Nel mese di novembre del 1965 pubblica il suo secondo singolo da solista, The day will come, la televisione. Il 10 dicembre 1966, Jeff Beck, da poco orfano degli Yardbirds, lo chiama per offrirgli il posto di cantante del Jeff Beck Group. L’attività della band non gli impedisce di continuare anche come solista. Nell’estate del 1969 Jeff Beck decide di sciogliere il suo gruppo per cambiarne radicalmente la formazione e Rod segue Ron Wood negli Small Faces. Nel mese di novembre Rod firma un contratto discografico come solista con la Mercury, mentre gli Small Faces nella nuova formazione, dopo aver cambiato nome nel più semplice Faces, vengono scritturati dalla Warner Brothers. Nel mese di febbraio del 1970 il primo album da solista di Stewart, And old raincoat won’t ever let you down (pubblicato negli Stati Uniti come The Rod Stewart album) e il singolo Handbags and gladrags precedono di pochi giorni la pubblicazione del primo album dei Faces First step. Il fenomeno Rod Stewart esplode definitivamente nel 1971 con l’album Every picture tells a story che oscura anche il buon successo del nuovo album dei Faces, A nod’s as good as a wink… to a blind horse. La sua popolarità inizia a incrinare il rapporto con il gruppo. Nel 1973 i Faces iniziano a sfaldarsi. Rod dichiara alla stampa di sentirsi limitato dai compagni. Nel 1974 chiede ai compagni di inserire nei concerti dal vivo, accanto alla tradizionale formazione della band, anche una sezione di fiati, per proporsi al pubblico in una versione più vicina a quella dei suoi dischi da solista. I Faces accettano finendo per diventare esclusivamente la band di supporto del loro cantante che nel frattempo ha deciso di trasferirsi negli Stati Uniti. Rod Stewart è ormai una star del pop internazionale.

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Gianni Lucini
Scrivere è il mio principale mestiere, comunicare una specializzazione acquisita sul campo. Oltre che per comunicare scrivo anche per il teatro (tanto), il cinema e la TV. È difficile raccontare un'esperienza lunga una vita. Negli anni Settanta ho vissuto la mia prima solida esperienza giornalistica nel settimanale torinese "Nuovasocietà" e alla fine di quel decennio mi sono fatto le ossa nella difficile arte di addetto stampa in un campo complesso come quello degli eventi speciali e dei tour musicali. Ho collaborato con un'infinità di riviste, alcune le ho anche dirette e altre le dirigo ancora. Ho organizzato Uffici Stampa per eventi, manifestazioni e campagne. Ho formato decine di persone oggi impegnate con successo nel settore del giornalismo e della comunicazione. Ho scritto e sceneggiato spot e videogiochi. Come responsabile di campagne di immagine e di comunicazione ho operato anche al di fuori dei confini nazionali arrivando fino in Asia e in America Latina. Dal 1999 al 2007 mi sono occupato di storia e critica musicale sul quotidiano "Liberazione".