Home C'era una volta Sam Chatmon, il bluesman seduto in cima al mondo

Sam Chatmon, il bluesman seduto in cima al mondo

SHARE

Il 10 gennaio 1897 a Bolton, nel Mississippi, nasce Sam Chatmon, uno dei più longevi e attivi esponenti del blues delle origini, discreto strumentista e cantante dalla voce calda e affascinante

L’ultimo dei Chatmon

Ultimo nato della numerosa famiglia Chatmon (dieci suoi fratelli sono musicisti: Lonnie, Harry, Bo, Edgar, Willie, Lamar, Larry, Burt, Ty, Charlie), impara a suonare il violino a sei anni e poco dopo si dedica alla chitarra, al banjo, al mandolino e al pianoforte. Nel 1916 forma con i fratelli Bo e Lonnie una string band con la quale si esibisce a Bolton, la sua città. Dopo aver suonato con Walter Vinson (Walter Jacobs) e Charlie McCoy, nel 1929 entra a far parte dei Mississippi Sheiks guidati dal fratello Lonnie, con i quali effettua numerose tournée nella regione del Delta, in Louisiana, nel Texas e in Georgia. Partecipa anche alle registrazioni del gruppo, come secondo chitarrista, fino al 1935. Dopo essersi esibito per qualche tempo da solo, all’inizio degli anni Quaranta decide di ritirarsi a vita privata e rinunciare all’attività musicale. La decisione non sarà definitiva

Il ritiro e il ritorno

Riscoperto da Chris Strachwitz e Paul Oliver registra nel luglio del 1960 per la Arhoolie a Hollandale, e sei anni dopo riprende la carriera musicale in modo attivo, suonando in vari club di Los Angeles e San Diego. Nel 1970 registra per la Blue Goose e negli anni successivi partecipò a numerosi festival e a vari programmi televisivi. Muore il 2 febbraio 1983 a Hollandale, nel Mississippi, all’età di 86 anni. In suo ricordo viene posata una lapide commemorativa della sua figura di musicista con l’iscrizione “Sitting on top of the World” (Seduto in cima al mondo) pagata da Bonnie Raitt e ispirata alla sua canzone con lo stesso titolo.

 

Previous articleSlow Wine Fair 2024: storie di vino a BolognaFiere
Next articleVilla Medici annuncia le nuove mostre
Gianni Lucini
Scrivere è il mio principale mestiere, comunicare una specializzazione acquisita sul campo. Oltre che per comunicare scrivo anche per il teatro (tanto), il cinema e la TV. È difficile raccontare un'esperienza lunga una vita. Negli anni Settanta ho vissuto la mia prima solida esperienza giornalistica nel settimanale torinese "Nuovasocietà" e alla fine di quel decennio mi sono fatto le ossa nella difficile arte di addetto stampa in un campo complesso come quello degli eventi speciali e dei tour musicali. Ho collaborato con un'infinità di riviste, alcune le ho anche dirette e altre le dirigo ancora. Ho organizzato Uffici Stampa per eventi, manifestazioni e campagne. Ho formato decine di persone oggi impegnate con successo nel settore del giornalismo e della comunicazione. Ho scritto e sceneggiato spot e videogiochi. Come responsabile di campagne di immagine e di comunicazione ho operato anche al di fuori dei confini nazionali arrivando fino in Asia e in America Latina. Dal 1999 al 2007 mi sono occupato di storia e critica musicale sul quotidiano "Liberazione".