Home C'era una volta Sergio Fanni, tra musica leggera e jazz

Sergio Fanni, tra musica leggera e jazz

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L’11 marzo 1930 nasce a Torino il trombettista Sergio Fanni, uno dei più apprezzati strumentisti italiani della seconda metà del Novecento.

L’inizio a nove anni

Fanni inizia lo studio della musica a nove anni entrando più tardi al conservatorio di Torino. Debutta davanti al pubblico all’età di tredici anni nell’orchestra di Alberto Semprini ottenendo poi vari ingaggi nelle sale da ballo. I suoi primi concerti di jazz risalgono al 1946. Due anni dopo entra a far parte dell’Orchestra Ritmica della Rai di Torino, trasferita nel 1957 a Milano. Sia come appartenente all’orchestra della Rai, che come membro di molte altre grandi formazioni suonato con tutti i maggiori direttori d’orchestra italiani, da Beppe Mojetta (con cui debutta discograficamente nel 1948) a Pippo Barzizza, a Pino Calvi, ad Armando Trovajoli, Gil Cuppini, Eraldo Volonté e molti altri.

Le jam session

Nei piccoli gruppi la sua formula preferita è quella della jam session. In questo modo, tra l’altro, suona con importanti esponenti del jazz statunitense, da Gerry Mulligan a Charlie Mingus, da Lee Konitz a Bob Wilber, da Chet Baker a Joe Venuti. Con quest’ultimo e con il sassofonista Buddy Collette incide vari dischi. Durante una tournée in Jugoslavia, nel 1975, si esibisce con altri due trombettisti, Clark Terry e Freddie Hubbard. Nella stessa occasione, al festival di Lubiana, presenta Hard Suite, scritta dal suo pianista Sante Palumbo, più tardi incisa su disco, e rimasta unica testimonianza discografica di un gruppo a suo nome. Alla fine degli anni Settanta tardi ha fatto parte per qualche tempo del quintetto di Gaetano Liguori. Muore a Milano nel 2000.

 

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Gianni Lucini
Scrivere è il mio principale mestiere, comunicare una specializzazione acquisita sul campo. Oltre che per comunicare scrivo anche per il teatro (tanto), il cinema e la TV. È difficile raccontare un'esperienza lunga una vita. Negli anni Settanta ho vissuto la mia prima solida esperienza giornalistica nel settimanale torinese "Nuovasocietà" e alla fine di quel decennio mi sono fatto le ossa nella difficile arte di addetto stampa in un campo complesso come quello degli eventi speciali e dei tour musicali. Ho collaborato con un'infinità di riviste, alcune le ho anche dirette e altre le dirigo ancora. Ho organizzato Uffici Stampa per eventi, manifestazioni e campagne. Ho formato decine di persone oggi impegnate con successo nel settore del giornalismo e della comunicazione. Ho scritto e sceneggiato spot e videogiochi. Come responsabile di campagne di immagine e di comunicazione ho operato anche al di fuori dei confini nazionali arrivando fino in Asia e in America Latina. Dal 1999 al 2007 mi sono occupato di storia e critica musicale sul quotidiano "Liberazione".