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Sesso & potere

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Il 9 gennaio 1998 nelle sale cinematografiche statunitensi arriva il film Sesso & potere. Due giorni prima Monica Lewinsky ha depositato una propria memoria difensiva in cui smentisce di aver avuto rapporti sessuali con il Presidente degli Stati Uniti Bill Clinton.

Una singolare coincidenza

Proprio in quel periodo il capo del paese più potente del mondo è impegnato anche a difendersi da vaie accuse di molestie rivoltegli da Paula Jones, un’ex collaboratrice del periodo in cui era Governatore dell’Arkansas. Per più di un anno i media degli Stati Uniti si occuperanno più delle vicende sessuali del Presidente che delle sue scelte politiche. Sesso & potere però non è un instant movie e la sua coincidenza con le traversie di Clinton è poco più che casuale. La lavorazione inizia molto prima dell’esplodere degli scandali e il sesso non è il tema centrale della narrazione. Trasposizione cinematografica del romanzo “American hero” di Larry Beinhart racconta che cosa accade quando la finzione cinematografica si mette a disposizione del potere e della politica o, come scrive il critico Filiberto Molossi su “Duel” pochi giorni dopo l’uscita del film, «..l’industria dei sogni incontra quella delle frottole…». Lo scandalo sessuale che coinvolge il Presidente degli Stati Uniti è solo un pretesto iniziale, l’elemento da cui parte la storia raccontata con la consueta disinvoltura da Barry Levinson.

La capacità mistificatrice del potere

L’intenzione del regista è quello di mettere a nudo la capacità mistificatrice del potere e la terribile efficacia degli strumenti di manipolazione al suo servizio. Se non è funzionale agli scopi di chi detiene i comandi del sistema anche la verità diventa un orpello inutile, un errore che si può sempre correggere con l’aiuto di un buon produttore e uno staff adeguato. Sesso & potere racconta una duplice manipolazione. Da un lato c’è la capacità del potere di utilizzare mezzi sofisticati per regalare ai media una finta verità, inventata di sana pianta e, proprio per questo, addirittura più perfetta e più credibile della realtà, dall’altro la facilità con la quale gli strumenti di comunicazione riescono a diffonderla, amplificarla e trasformarla in emozione. Se però tutto si limitasse a questo non sarebbe una particolare novità. Molti film hanno raccontato il sottile legame tra il potere e l’informazione “creativa”. La specificità di Sesso & potere va ricercata nella leggerezza giocosa con la quale si muovono i protagonisti, sorprendente e decisamente più efficace della seriosità con la quale il tema è stato affrontato altre volte. Se la critica di tutto il mondo lo esalta, se la giuria del Festival di Berlino gli assegna l’Orso d’Argento, negli Stati Uniti viene accolto con una certa freddezza e accusato di “cinismo”. Forse negli States le riflessioni ironiche sulle guerre che emergono dai dialoghi tra De Niro e Hoffman non sono troppo apprezzate…

 

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Gianni Lucini
Scrivere è il mio principale mestiere, comunicare una specializzazione acquisita sul campo. Oltre che per comunicare scrivo anche per il teatro (tanto), il cinema e la TV. È difficile raccontare un'esperienza lunga una vita. Negli anni Settanta ho vissuto la mia prima solida esperienza giornalistica nel settimanale torinese "Nuovasocietà" e alla fine di quel decennio mi sono fatto le ossa nella difficile arte di addetto stampa in un campo complesso come quello degli eventi speciali e dei tour musicali. Ho collaborato con un'infinità di riviste, alcune le ho anche dirette e altre le dirigo ancora. Ho organizzato Uffici Stampa per eventi, manifestazioni e campagne. Ho formato decine di persone oggi impegnate con successo nel settore del giornalismo e della comunicazione. Ho scritto e sceneggiato spot e videogiochi. Come responsabile di campagne di immagine e di comunicazione ho operato anche al di fuori dei confini nazionali arrivando fino in Asia e in America Latina. Dal 1999 al 2007 mi sono occupato di storia e critica musicale sul quotidiano "Liberazione".