Home C'era una volta Sonny Fortune, un sax nella scia di Coltrane

Sonny Fortune, un sax nella scia di Coltrane

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Il 19 maggio 1939 nasce a Philadelphia, in Pennsylvania, Sonny Fortune, un sassofonista dal fraseggio agile e intenso.

Il rifiuto a Miles Davis

Il giovane Sonny studia privatamente con Roland Wiggins e si iscrive prima alla Wurlitzer’s School of Music, poi alla Granoff School of Music. Esordisce con gruppi locali di rhythm’n’blues, poi suona con Chris Columbus e con Betty Burgess. Nel 1967 si trasferisce a New York, dove inizia a collaborare con il gruppo del batterista Elvin Jones. Con quest’ultimo suona per poco più di due mesi, poi si unisce al gruppo del percussionista Mongo Santamaria con il quale resta dal 1968 fino alla metà del 1970 quando se ne va per entrare nell’ensemble del cantante Leon Thomas. Nel 1971 entra nel gruppo del pianista McCoy Tyner, a fianco di Woody Shaw, Herbie Lewis ed Eric Gravatt. Proprio mentre è con Tyner il sassofonista viene invitato da Miles Davis a suonare nel suo gruppo ma, dati gli impegni già presi, è costretto a rifiutare.

Vagabondo e instancabile

Dopo aver suonato con il batterista e percussionista Roy Brooks nel 1973 dà vita a un proprio gruppo, di cui fanno parte anche il trombettista Charles Sullivan e il contrabbassista Wayne Dockery. L’esperienza non dura molto. Dopo qualche mese entra a far parte del sestetto del batterista Buddy Rich, con cui rimane fino all’agosto del 1974 e, subito dopo, si unisce al gruppo di Davis. Intancabile e vagabondo nell’aprile del 1975 lascia anche Davis per dividersi tra il lavoro di studio e d esibizioni con gruppi sempre diversi. Estremamente attivo negli studi di incisione come session-man, data la sua bravura strumentale, non disdegna qualche incursione nel funky. Profondamente legato all’estetica di derivazione post-coltraniana è dotato di un fraseggio agile ed emotivamente assai espressivo, in cui sanno spuntare anche alcune inflessioni parkeriane. Muore a New York il 25 ottobre 2018.

 

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Gianni Lucini
Scrivere è il mio principale mestiere, comunicare una specializzazione acquisita sul campo. Oltre che per comunicare scrivo anche per il teatro (tanto), il cinema e la TV. È difficile raccontare un'esperienza lunga una vita. Negli anni Settanta ho vissuto la mia prima solida esperienza giornalistica nel settimanale torinese "Nuovasocietà" e alla fine di quel decennio mi sono fatto le ossa nella difficile arte di addetto stampa in un campo complesso come quello degli eventi speciali e dei tour musicali. Ho collaborato con un'infinità di riviste, alcune le ho anche dirette e altre le dirigo ancora. Ho organizzato Uffici Stampa per eventi, manifestazioni e campagne. Ho formato decine di persone oggi impegnate con successo nel settore del giornalismo e della comunicazione. Ho scritto e sceneggiato spot e videogiochi. Come responsabile di campagne di immagine e di comunicazione ho operato anche al di fuori dei confini nazionali arrivando fino in Asia e in America Latina. Dal 1999 al 2007 mi sono occupato di storia e critica musicale sul quotidiano "Liberazione".