Home C'era una volta The Incredible Jimmy Smith, il primo organista elettronico del jazz

The Incredible Jimmy Smith, il primo organista elettronico del jazz

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L’8 dicembre 1925 nasce a Norristown, in Pennsylvania, Jimmy Smith, all’anagrafe James Oscar Smith, il tastierista che per primo ha utilizzato l’organo elettronico nel jazz.

The Incredible

Soprannominato “The Incredibile” per la sua tecnica straordinaria, figlio di due pianisti professionisti a nove anni vince un concorso per giovani talenti e partecipa a vari programmi radiofonici nei panni del “bambino prodigio”. Nel 1942 entra a far parte del gruppo del padre. Non abbandona, però, gli studi. Frequenta i corsi contrabbasso alla Hamilton School of Music e quelli di pianoforte della Orenstein School. Nel 1952 è il pianista e l’organista dei Sotones di Don Garner. Tre anni dopo sceglie di passare definitivamente all’organo formando un trio con il quale si esibisce regolarmente al Bohemia Café di New York. Proprio grazie alle esibizioni in questo locale si conquista la stima e il rispetto di quasi tutta la critica dell’epoca. Dotato di una tecnica straordinaria, in breve tempo fa compiere all’utilizzo dell’organo elettronico nel jazz un salto evolutivo paragonabile a quello realizzato da Charlie Christian per la chitarra elettrica. Jimmy, infatti, è il primo musicista ad accorgersi delle notevoli potenzialità dello strumento e ne fa un uso decisamente diverso da quello riservato fino a quel momento al pianoforte o all’organo da chiesa.

Dal jazz alla musica commerciale

Senza le sue tecniche, le sue ricerche sulla sonorità e, soprattutto, la sua capacità d’innovazione, probabilmente il mondo del jazz avrebbe mantenuto ancora per lungo tempo un atteggiamento di estrema diffidenza nei confronti di questo strumento. A partire dal 1962 allarga i suoi confini musicali in quell’area indefinita che sta tra il jazz e il rhythm and blues. Diventa così molto popolare anche tra il pubblico interessato a una musica più commerciale. Sull’onda del successo nel 1973 compone una suite The portuguese soul che viene poi pubblicata in un album in cui lo stesso Smith è affiancato dalla big band di Thad Jones e Mel Lewis. Negli anni Sessanta e Settanta figura quasi sempre ai primi posti nei referendum tra i lettori indetti dalle riviste specializzate. Progressivamente si fa sempre più catturare dalle tentazioni e, soprattutto, dalle possibilità economiche che gli offre il music business. Per questa ragione si dedica con crescente assiduità alla musica commerciale. Nonostante tutto l’ambiente jazzistico non lo considererà mai un “traditore” e accoglierà sempre con entusiasmo i suoi periodici ritorni. Muore a Scottsdale l’8 febbraio 2005

 

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Gianni Lucini
Scrivere è il mio principale mestiere, comunicare una specializzazione acquisita sul campo. Oltre che per comunicare scrivo anche per il teatro (tanto), il cinema e la TV. È difficile raccontare un'esperienza lunga una vita. Negli anni Settanta ho vissuto la mia prima solida esperienza giornalistica nel settimanale torinese "Nuovasocietà" e alla fine di quel decennio mi sono fatto le ossa nella difficile arte di addetto stampa in un campo complesso come quello degli eventi speciali e dei tour musicali. Ho collaborato con un'infinità di riviste, alcune le ho anche dirette e altre le dirigo ancora. Ho organizzato Uffici Stampa per eventi, manifestazioni e campagne. Ho formato decine di persone oggi impegnate con successo nel settore del giornalismo e della comunicazione. Ho scritto e sceneggiato spot e videogiochi. Come responsabile di campagne di immagine e di comunicazione ho operato anche al di fuori dei confini nazionali arrivando fino in Asia e in America Latina. Dal 1999 al 2007 mi sono occupato di storia e critica musicale sul quotidiano "Liberazione".