Home News 2015, un anno record per gli omicidi di attivisti ambientali

2015, un anno record per gli omicidi di attivisti ambientali

SHARE
attivisti ambientali

Il nuovo rapporto dell’organizzazione per i diritti indigeni Global Witness, registra il 2015 come l’anno che ha visto il maggior numero di attivisti ambientali assassinati nel mondo .

Il 2015 stabilisce il record inquietante per omicidi di attivisti ambientali

I numeri sono scioccanti: Global Witness ha registrato 185 omicidi in 16 paesi,  mediamente tre omicidi ogni settimana, di gran lunga il più alto numero mai registrato e più del doppio del numero di giornalisti uccisi nello stesso anno.

50 di queste morti sono avvenute in Brasile, dove è lotta contro il disboscamento illegale, mentre 33 attivisti ambientali sono morti nelle Filippine, dove i gruppi indigeni si oppongono allo sfruttamento delle terre per l’estrazione di carbone, oro e nichel.

Con il passare degli anni la situazione continua a degenerare. Il cambiamento climatico e le popolazioni in crescita indicano che lo sfruttamento delle risorse naturali è destinato ad aumentare, il che si tradurrà in un aumento esponenziale degli attivisti e delle popolazioni che combattono strenuamente per la difesa dei territori.

Global Witness chiede ai governi dei paesi colpiti di intervenire con urgenza:

  • Aumentare la protezione delle terre e degli attivisti a rischio di violenza, intimidazione o minaccia
  • Indagare sui crimini, compresi i vertici aziendali e politici e portare i responsabili davanti alla giustizia
  • Supportare gli attivisti che si oppongono ai progetti sulla loro terra
  • Risolvere le cause che sono alla base delle violenze, riconoscendo formalmente i diritti delle comunità e la lotta contro la corruzione e l’illegalità che affliggono lo sfruttamento delle risorse naturali

La storia che coinvolge gli attivisti ambientali è molto più complessa di quel che si crede

Il dibattito sull’ambiente, per quanto illuminato possa essere, nasconde molti lati bui. Nei paesi più ricchi la greeneconomy sta conoscendo un momento di grande splendore e dovunque si discute di pannelli solari, riciclo, città bike-friendly e comportamenti eticamente sostenibili. Qui da noi gli ambientalisti sono raramente oggetto di credibili minacce di morte, ma la situazione cambia sostanzialmente dall’altra parte dl globo, dove le battaglie per l’ambiente sono più strettamente legate ai diritti umani, un po’ come se fosse una trincea.

Quando parliamo di greeneconomy dovremmo approfondire il dibattito sulle soluzioni che sosteniamo: solo per fare un esempio, le auto elettriche del futuro saranno certamente più verdi, ma sarebbe essenziale chiedersi… da dove provengono tutti i metalli e i minerali necessari alla loro costruzione? La prima battaglia dovrebbe essere combattutatte per ottenere una filiera più pulita per le materie prime che alimentano l’economia pulita emergente.