Home C'era una volta Lo studio mobile dei Rolling Stones a disposizione dei ragazzi

Lo studio mobile dei Rolling Stones a disposizione dei ragazzi

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«Quando abbiamo iniziato a suonare non c’era nessuno disposto a spendere un soldo per noi ma, soprattutto, non sapevamo a chi rivolgerci, come si realizzava un disco. Non sapevamo niente di niente e non conoscevamo nessuno. Oggi i ragazzi sono più svegli, ma la situazione non è poi tanto diversa da allora…». Con queste parole Bill Wyman, il bassista dei Rolling Stones, inizia il 13 aprile 1987 una lunga conferenza stampa per presentare un suo originale progetto.

Uno studio a disposizione di tutti

L’idea è quella di mettere a disposizione delle giovani band sconosciute una struttura professionale di registrazione. Non si tratta di uno studiolo anonimo, ma addirittura il famoso studio mobile che accompagna i Rolling Stones nel loro vagabondare creativo e che consente a Mick Jagger e soci di trasferire su nastro qualunque idea in qualunque luogo con una perfezione pressoché assoluta. Alla faccia dell’inaccessibilità e delle leggende che ne costellano la storia quello che da sempre è considerato il sancta sanctorum della band si apre all’esterno. Lo fa girando per le strade della Gran Bretagna come una sorta di messaggero per dare ospitalità a chiunque abbia qualcosa da dire e da far ascoltare. Bill Wyman spiega il progetto come un modo per evitare «che idee nuove e artisti importanti non vedano la luce perché non inseriti nel giro giusto».

Nel rock la concorrenza non esiste

Sollecitato dai giornalisti presenti aggiunge che anche i suoi compagni sono d’accordo, pur non occupandosene personalmente. Non potrebbe essere altro che così visto che il bassista non potrebbe disporre dello studio mobile senza il preventivo assenso dei compagni. Non manca chi polemizza con lui sostenendo che l’iniziativa sia più che altro una trovata pubblicitaria visto che la scarsità di spazi per nuovi talenti è determinata anche dal permanere di vecchi dinosauri del rock come la band di cui fa parte. «Perché i Rolling Stones dovrebbero favorire la nascita di gruppi in grado di cancellarli dalla scena musicale?» Wyman non si scompone. Ricorda come nel rock non esiste l’idea della concorrenza e cita esempi per dimostrare che da sempre la forza delle rock band nasce dall’evoluzione e dalla contaminazione degli stili, non dalla conservazione di uno stato di fatto. Gli stessi Rolling Stones hanno accompagnato nella loro storia l’emergere e l’affermarsi di numerosi interpreti e band. «Dio solo sa quanto ci sia bisogno di nuove idee nel nostro ambiente!» conclude laconico Wyman.

 

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Gianni Lucini
Scrivere è il mio principale mestiere, comunicare una specializzazione acquisita sul campo. Oltre che per comunicare scrivo anche per il teatro (tanto), il cinema e la TV. È difficile raccontare un'esperienza lunga una vita. Negli anni Settanta ho vissuto la mia prima solida esperienza giornalistica nel settimanale torinese "Nuovasocietà" e alla fine di quel decennio mi sono fatto le ossa nella difficile arte di addetto stampa in un campo complesso come quello degli eventi speciali e dei tour musicali. Ho collaborato con un'infinità di riviste, alcune le ho anche dirette e altre le dirigo ancora. Ho organizzato Uffici Stampa per eventi, manifestazioni e campagne. Ho formato decine di persone oggi impegnate con successo nel settore del giornalismo e della comunicazione. Ho scritto e sceneggiato spot e videogiochi. Come responsabile di campagne di immagine e di comunicazione ho operato anche al di fuori dei confini nazionali arrivando fino in Asia e in America Latina. Dal 1999 al 2007 mi sono occupato di storia e critica musicale sul quotidiano "Liberazione".