Per l’Italia a quanto pare arrivano buone notizie: secondo dati recenti di Eursotat, l’Italia ricicla il 76,9% di rifiuti con una incidenza più che doppia rispetto ad altri paesi europei.

Riciclo rifiuti, l’Italia scala la vetta in Europa

L’Italia è il Paese europeo con la più alta percentuale di riciclo dei rifiuti (urbani, industriali e altri). A sottolinearlo, come detto, i dati più recenti di Eurostat, usciti a settembre e citati in un comunicato dalla ong ambientalista Kyoto Club. Con il 76,9% di rifiuti avviati a riciclo, il nostro paese presenta una incidenza più che doppia rispetto alla media europea (37%) e ben superiore a tutti gli altri grandi paesi: la Francia è al 54%, il Regno Unito al 44%, la Germania al 43%.

Se si considera anche la quantità netta di rifiuti riciclati, che include import-export di rifiuti, questa è pari a 56,4 milioni di tonnellate ed è inferiore solo a quella della Germania (72,4 milioni di tonnellate). L’Italia ricicla di più i cosiddetti riciclabili tradizionali, vale a dire carta, plastica, vetro, metalli, legno, tessili, che arrivano a 26 milioni di tonnellate. Seguono i rifiuti misti avviati a selezione (circa 14 milioni di tonnellate), i rifiuti organici e verdi (circa 6 milioni di tonnellate) e i rifiuti chimici (1,7 milioni).

Riciclo rifiuti, Italia secondo paese Europeo dopo Germania

L’Italia si conferma anche come il secondo Paese europeo, dopo la Germania, in termini di fatturato e di addetti nel settore della preparazione al riciclo. In definitiva, buone notizie per il nostro Paese anche se le azioni di contrasto per rendere una vita più sostenibile nelle città non sono ancora del tutto evidenti.

Qualcosa, però si muove. A confermarlo sono ancora altre piccole rivoluzioni come quella avvenuta nella Terra dei fuochi dove sono stati piantati oltre 17mila alberi risanando con una tecnica del tutto naturale oltre 35mila metri quadrati di una delle terre più avvelenate d’Italia.

Riciclo rifiuti, nella Terra dei fuochi i pioppi bonificano il terreno

Una parte di questa, è stata, dunque, riportata alla normalità, azzerando i rischi per la salute, piantando di più di 17 mila alberi; il tutto con un abbattimento dei costi di 10 volte minori rispetto alla prassi. L’iniziativa è stata sviluppata dai ricercatori dell’università di Napoli Federico II all’interno del progetto comunitario Life Ecoremed, di cui è parte attiva la Regione Campania. 

L’iniziativa di risanamento ambientale si è ottenuta attraverso una tecnica di fitorisanamento di un’area ex Sito di interesse nazionale (i cosìdetti Sin), dove c’è una delle aziende di eccellenza della filiera Cobat (Consorzio nazionale di raccolta e riciclo), la Eco-Bat di Marcianise (Caserta) in piena ‘Terra dei fuochi’.

Si tratta di uno dei più grandi produttori e riciclatori di piombo a livello mondiale: “L’unica azienda globale – viene spiegato – che offre un circuito chiuso di riciclaggio di batterie al piombo”.

La bonifica eco-sostenibile sperimentata a Marcianise ha reso possibile, in soli quattro mesi, la messa in sicurezza di un terreno di 35.000 metri quadrati contaminato da metalli pesanti (tipo piombo antimonio, arsenico e cadmio); si è così dato vita a un grande polmone verde all’interno del sito produttivo, con la piantumazione di un bosco di 17.500 pioppi, piante ideali per neutralizzare la presenza di metalli pesanti.

Le stesse piante, in pieno spirito di economia circolare, diventeranno biomassa da impiegare nel ciclo dell’impianto. In particolare, il fitorisanamento è una tecnologia totalmente naturale per effettuare una bonifica sostenibile; l’obiettivo è tenere insieme tre aspetti: disinquinare un suolo contaminato, ripristinarne fertilità, produrre materiali utili per la filiera agro-energetica e della chimica verde. Tra i vantaggi di questa tecnica, se applicata su ampia scala, ci sono i risparmi economici che possono essere anche di diversi milioni di euro per ettaro bonificato (da 1 a 6 milioni).