Home C'era una volta Al Moulin Rouge si balla per l’ultima volta

Al Moulin Rouge si balla per l’ultima volta

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All’inizio del Novecento nei music hall si comincia a ballare sempre meno. Il pubblico danzerino trova altri e meno costosi spazi per divertirsi e per le grandi sale tira una tremenda aria di crisi.

Si cambia registro

Il Moulin Rouge non fa eccezione ma, a differenza di altri locali, trova modo di lasciarsi alle spalle la crisi cambiando registro. Il 29 dicembre 1902 in quella che era una delle più grandi sale da ballo della capitale francese si danza per l’ultima volta. La sala chiude, il locale no. Giusto il tempo di adattare gli interni e il Moulin Rouge è pronto per riaprire i battenti. Il nuovo direttore Paul-Louis Flers, impresario di riviste tra i più popolari sulla piazza parigina, ha deciso di percorrere una strada diversa dal passato e lo trasforma in un teatro-concerto.

Un monumento di Parigi

Il locale sopravvive alla crisi e diventa uno dei monumenti inamovibili della notte parigina. Non così l’ideatore della svolta che sulla plancia di comando del Moulin Rouge resta per soli… nove mesi e poi se ne va per varie incomprensioni. La strada comunque è tracciata e tutti coloro i quali via via gli succederanno non ne cambieranno l’impostazione.

 

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Gianni Lucini
Scrivere è il mio principale mestiere, comunicare una specializzazione acquisita sul campo. Oltre che per comunicare scrivo anche per il teatro (tanto), il cinema e la TV. È difficile raccontare un'esperienza lunga una vita. Negli anni Settanta ho vissuto la mia prima solida esperienza giornalistica nel settimanale torinese "Nuovasocietà" e alla fine di quel decennio mi sono fatto le ossa nella difficile arte di addetto stampa in un campo complesso come quello degli eventi speciali e dei tour musicali. Ho collaborato con un'infinità di riviste, alcune le ho anche dirette e altre le dirigo ancora. Ho organizzato Uffici Stampa per eventi, manifestazioni e campagne. Ho formato decine di persone oggi impegnate con successo nel settore del giornalismo e della comunicazione. Ho scritto e sceneggiato spot e videogiochi. Come responsabile di campagne di immagine e di comunicazione ho operato anche al di fuori dei confini nazionali arrivando fino in Asia e in America Latina. Dal 1999 al 2007 mi sono occupato di storia e critica musicale sul quotidiano "Liberazione".