Il 6 marzo 1928 nasce a Milano il chitarrista Alberto Pizzigoni, un protagonista della musica italiana e del jazz della seconda metà del Novecento.

Dal contrabbasso alla chitarra

A otto anni Pizzigoni inizia lo studio del pianoforte con lezioni private e a undici si iscrive al conservatorio di Milano dove frequenta per tre anni il corso di contrabbasso. A quattordici anni passa alla chitarra che studia da solo. Nel dopoguerra si perfeziona con Luciano Zuccheri e più tardi collabora con Filippo Daccò. Contemporaneamente frequenta per tre anni il corso di tromba alla Civica Scuola di Musica. Nei primi anni del dopoguerra fa le prime esperienze jazz in un quintetto in stile Benny Goodman diretto dal padre, eccellente clarinettista. Inizia pure un’attività professionale in vari gruppi da ballo. Tra il 1951 e il 1954 suona jazz in concerto o in jam session con Glauco Masetti, Gianni Basso, Oscar Valdambrini, Vittorio Paltrinieri, Franco Cerri, Pino Calvi, Rodolfo Bonetto e altri.

Tra concerti e insegnamento

Dopo aver suonato per qualche tempo con la band di Renato Carosone nel 1957 forma un quartetto in proprio con Francesco Acocella al pianoforte, Beppe Termini al contrabbasso e Lino Liguori alla batteria. Nell’estate del 1961 è in Svizzera nel trio jazz di Enzo Nestasio e tra il 1964 e il 1965 fa parte della big band di Gil Cuppini. Nel 1966 forma nuovamente un proprio quintetto con Sergio Fanni, Ettore Righello, Carlo Milano e Carlo Sola. Nel 1971 entra a far parte dell’Orchestra Ritmica della Rai di Milano. Negli anni Settanta collabora con l’orchestra di Gorni Kramer e svolge attività concertistica con Emilio Soana, Leandro Prete e molti altri. Nel 1980 partecipa con l’Orchestra della Rai alla stagione pubblica di concerti jazz al conservatorio di Milano dove tra l’altro ha l’opportunità di suonare in quartetto con John Lewis. Si dedica anche all’insegnamento scrive vari testi didattici per chitarra. Muore il 12 giugno 2013.

 

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Gianni Lucini
Scrivere è il mio principale mestiere, comunicare una specializzazione acquisita sul campo. Oltre che per comunicare scrivo anche per il teatro (tanto), il cinema e la TV. È difficile raccontare un'esperienza lunga una vita. Negli anni Settanta ho vissuto la mia prima solida esperienza giornalistica nel settimanale torinese "Nuovasocietà" e alla fine di quel decennio mi sono fatto le ossa nella difficile arte di addetto stampa in un campo complesso come quello degli eventi speciali e dei tour musicali. Ho collaborato con un'infinità di riviste, alcune le ho anche dirette e altre le dirigo ancora. Ho organizzato Uffici Stampa per eventi, manifestazioni e campagne. Ho formato decine di persone oggi impegnate con successo nel settore del giornalismo e della comunicazione. Ho scritto e sceneggiato spot e videogiochi. Come responsabile di campagne di immagine e di comunicazione ho operato anche al di fuori dei confini nazionali arrivando fino in Asia e in America Latina. Dal 1999 al 2007 mi sono occupato di storia e critica musicale sul quotidiano "Liberazione".