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Approvata la Legge Merlin

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Il 20 febbraio 1958 viene definitivamente approvata la legge che abolisce in Italia le case di tolleranza, firmata dalla socialista Merlin.

Una vicenda iniziata molto tempo prima

Si chiude così una lunga vicenda iniziata molto tempo prima. La senatrice Lina Merlin, infatti, presenta per la prima volta il suo progetto di Legge per l’abrogazione delle Case di Tolleranza nel 1949, tra lo scetticismo e l’aperta ostilità di molti parlamentari, tanto sui banchi della destra che su quelli della stessa parte politica di cui la Merlin è espressione. Fa epoca il discorso pronunciato dal socialista Gaetano Pieraccini, medico e antropologo, in dissenso dalla sua compagna di partito il 16 novembre 1949 che esordisce annunciando «Il mio discorso sarà forse un po’ lungo e particolareggiato; d’altra parte credo di essere il solo a difendere il bordello e quindi mi vorrete scusare…» e poi aggiunge che «…le anguille quando entrano in amore fanno un lunghissimo viaggio di migliaia di chilometri; vanno tutte quante a trovare il loro letto di nozze. Consideri, onorevole Merlin, quanto è potente lo stimolo sessuale!».

Il senso di una battaglia

La citazione di Pieraccini testimonia il senso di una lunga battaglia che, nonostante le premesse dieci anni dopo vedrà anche lo stesso Pieraccini unire il suo voto a quelli a favore della chiusura dei “bordelli”. In ogni caso la proposta di legge del 1949 non fa molta strada e decade con la fine della prima legislatura. Viene ripresentata in Senato nel 1953 dove, dopo lunghe e faticose discussioni, viene approvata in commissione il 21 gennaio 1955. Nel mese d’ottobre dello stesso anno passa alla Camera. Dopo un lungo e faticoso iter nelle commissioni viene votata dallo stesso organo all’inizio del 1958 e diventa legge il 20 febbraio 1958.

 

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Gianni Lucini
Scrivere è il mio principale mestiere, comunicare una specializzazione acquisita sul campo. Oltre che per comunicare scrivo anche per il teatro (tanto), il cinema e la TV. È difficile raccontare un'esperienza lunga una vita. Negli anni Settanta ho vissuto la mia prima solida esperienza giornalistica nel settimanale torinese "Nuovasocietà" e alla fine di quel decennio mi sono fatto le ossa nella difficile arte di addetto stampa in un campo complesso come quello degli eventi speciali e dei tour musicali. Ho collaborato con un'infinità di riviste, alcune le ho anche dirette e altre le dirigo ancora. Ho organizzato Uffici Stampa per eventi, manifestazioni e campagne. Ho formato decine di persone oggi impegnate con successo nel settore del giornalismo e della comunicazione. Ho scritto e sceneggiato spot e videogiochi. Come responsabile di campagne di immagine e di comunicazione ho operato anche al di fuori dei confini nazionali arrivando fino in Asia e in America Latina. Dal 1999 al 2007 mi sono occupato di storia e critica musicale sul quotidiano "Liberazione".