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Artico, autorizzate trivellazioni Shell

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Non c’è pace per l’Artico: la compagnia petrolifera Shell, ha appena ottenuto dall’amministrazione Obama il via libera alle trivellazioni che mettono a rischio l’intero ecosistema dell’oceano.

Artico: Obama autorizza le trivellazioni di Shell

L’unica sottile speranza ora è aggrappata alla valutazione, da parte di alcune agenzie per la protezione dell’ambiente che dovranno valutare l’impatto del piano trivellazioni in questione.

La Shell da parte sua è pronta ad investire, solo quest’anno, un ulteriore miliardo nel progetto, ma deve ancora ottenere l’autorizzazione del porto di Seattle che dovrebbe ospitare la flotta delle navi desinate alle trivellazioni.
Gli attivisti sono già sul piede di guerra e stanno pianificando proteste a partire dal prossimo fine settimana in cui, a bordo di canoe e kayak, tenteranno di fermare l’arrivo della prima nave per trivellazioni, la Polar Pioneer.

Gli scienziati sostengono che trivellare l’Artico è troppo rischioso per l’equilibrio già critico del nostro clima.

Solo per fare un esempio, la Guardia Costiera più vicina dista più di 1500 chilometri dal punto in cui si eseguiranno le prime trivellazioni: se qualcosa andasse storto, cosa che la stessa Shell ha definito probabile, non ci sarebbe letteralmente nessuna possibilità di intervenire.

Un nuovo di tipo di trivellazioni inoltre, sarà sperimentato per questa operazione, cosa che, secondo gli scienziati è assolutamente incompatibile con la lotta al cambiamento climatico.

La partita sull’Artico si gioca a Seattle

La partita si gioca a Seattle, dove il sindaco Murray ha dichiarato non sufficienti i permessi già rilasciati alla Shell ma, nonostante questo, le navi della compagnia petrolifera sono comunque già in viaggio verso Seattle, violando apertamente la legge.
Il sindaco Murray, da sempre sostenitore della difesa dell’ambiente, ha ora in mano la possibilità di agire per conto di milioni di persone in tutto il mondo ed impedire alle piattaforme della Shell di devastare l’Artico.

Avaaz, uno dei più grandi siti che si battono anche e non solo per l’Artico, lancia una petizione on line per convincere Murray a non concedere i permessi.