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Australia, sotto la sabbia contro il cambiamento climatico

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Gli australiani hanno messo in atto un’originale forma di protesta contro le decisioni prese dal  governo in fatto di cambiamenti climatici. A Bondi Beach, in più di 400 hanno infilato la testa sotto la sabbia contro la mancata inserzione del grave problema  del cambiamento climatico da parte del Governo australiano all’ordine del giorno in agenda nel G20 di questo fine settimana.

Flash mob originale contro la decisione del governo sul clima

I manifestanti hanno dichiarato che la mancata percezione del problema del cambiamento climatico da parte del loro primo ministro Tony Abbott, è tanto più irritante a seguito dello storico accordo tra Stati Uniti e Cina per limitare le emissioni di anidride carbonica.

“Obama c’è, Xi Jinping c’è, tutto il mondo c’è tranne uno, chi è?” urla dal megafono sulla spiaggia di Sydney l’attivista Pat Norman. “Tony Abbott!” gridano i manifestanti di rimando.

Famiglie con neonati, bambini e manager in giacca e cravatta, hanno scavato buche sulla spiaggia e ci hanno infilato la testa dentro (bisogna dire che l’immagine che ne scaturisce è abbastanza impressionante), come fa lo struzzo nel tentativo inutile di evitare il pericolo.

In Australia continuano le proteste ambientaliste

L’Australia ha abrogato una tassa sulle emissioni di gas serra nello scorso mese di luglio, diventando l’unico paese totalmente disinteressato alle conseguenze del  cambiamento climatico.

Justin Campo, 36 anni, un ex ufficiale dei servizi segreti dell’esercito che è in corsa per un seggio in parlamento dello Stato per il partito dei Verdi, ha dichiarato: “Essere così indietro rispetto al resto del mondo sviluppato è molto imbarazzante per i progressisti  australiani”

Fonte: newsdaily