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Le aree protette sono… a rischio

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Le aree protette sono… a rischio. Metà dei siti più importanti al mondo e considerati fondamentali per la biodiversità sono gestiti male e privi di qualsiasi protezione. Questo l’allarme lanciato dall’International Union for Conservation of Nature (Iucn) in occasione dell’apertura del World Park Congress.

Aree protette: a rischio la biodiversità del Pianeta

E dire che, negli ultimi dieci anni, le aree protette sono aumentate raggiungendo circa il 58% con un’estenzione del 48% a livello mondiale. Ma: solo un’area su quattro è gestita correttamente e per salvarle occorrerebbero investimenti straordinari. Si parla di 45-76 miliardi di dollari l’anno per salvare le oltre 200 mila aree protette del Pianeta.

Al congresso, in corso, si cercano soluzioni. La cifra – sostengono gli esperti – in fondo è pari al 2,5% delle spese militari al mondo e se ci fosse la volontà politica si troverebbero le risorse per salvare la biodiversità e, con questa, il Pianeta. Il World Park Congress è una conferenza fondamentale. E’ qui che si discute di biodiversità, ecosistema, aree protette e non solo: si stila, infatti, in questa sede l’agenda globale per la conservazione nel quadro dello sviluppo sostenibile che viene poi formulata in un documento finale chiamato “la promessa di Sidney”.

Al World Park Congress si studiano soluzioni

“I leader mondiali non vedono quanto sia essenziale per l’umanità proteggere la natura”, ha dichiarato alle agenzie la direttrice generale dell’IUCN, Julia Marton-Lefèvre. “In un pianeta con 7 miliardi di persone, che vanno verso i 9 miliardi, non si tratta solo di proteggere le bellezze della natura, ma di proteggere luoghi che ci forniscono acqua, cibo e medicine, e ci proteggono da disastri come uragani e tsunami”, ha aggiunto.

A rischio oltre 200 siti protetti

Ma i dati, purtroppo, parlano chiaro dipingendo uno scenario a tinte fosche. Un’ultima analisi identifica 543 casi di “degrado, riduzione di area e declassificazione” di aree protette in 57 paesi, per una superficie di oltre 500 mila kmq. Al World Park COngress non mancano professionisti italiani come la giovane scienziata di ecologia marina Mariasole Bianco, fondatrice dell’associazione no profit Worldrise.

Domenica, proprio Mariasole Bianco presenterà le due nuove mappe di Google Ocean che permettono di esplorare la Grande barriera corallina australiana e i fondali della baia di Sydney. Google Ocean è un’altra delle applicazioni Google che consente di esplorare gli abissi.