Home C'era una volta Butch” Warren, all’inferno e ritorno

Butch” Warren, all’inferno e ritorno

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Il 9 agosto 1939 nasce a Washington il contrabbassista Edward Warren detto Butch considerato uno dei migliori bassisti jazz nel periodo dal 1961 al 1965.

Figlio d’arte

Figlio del pianista Edward Warren sr., nella cui orchestra ha occasione di suonare da giovane, inizia l’attività musicale nella città d’origine, suonando con diverse formazioni, tra le quali spicca quella del violinista Stuff Smith. Nel 1958 si trasferisce a New York, dove ottiene subito una scrittura da Kenny Dorham, con il cui gruppo si esibisce al Five Spot. Suona con diverse formazioni per un paio di anni, come free-lance e nel 1963, viene scritturato da Thelonious Monk, con il quale resta per un anno: un periodo piuttosto breve, ma che è sufficiente a segnalarlo a critici e pubblico come uno dei più interessanti bassisti tra le giovani leve. Nel 1964 Warren torna nella città natale per lavorarvi con diverse piccole formazioni, come quella di Eddie Phyfe.

L’inferno

Bassista di impostazione moderna, dimostra, specie nei duetti con Thelonious Monk, di aver subito il fascino di Jimmy Blanton. Nel 1966 le sue condizioni di salute iniziano a peggiorare. Dopo che gli è stata diagnosticata una forma di “schizofrenia paranoide”, viene rinchiuso in ospedale psichiatrico, in un’ala che è un vero e proprio carcere, dove sono rinchiusi i cosiddetti “pazzi pericolosi”. Di lui non si sa più nulla fino a quando, più di vent’anni dopo, alcuni giornalisti si mettono sulle sue tracce e riescono a liberarlo da quell’inferno. Nonostante la dura prova Butch torna a suonare. Muore il 5 ottobre 2013.

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Gianni Lucini
Scrivere è il mio principale mestiere, comunicare una specializzazione acquisita sul campo. Oltre che per comunicare scrivo anche per il teatro (tanto), il cinema e la TV. È difficile raccontare un'esperienza lunga una vita. Negli anni Settanta ho vissuto la mia prima solida esperienza giornalistica nel settimanale torinese "Nuovasocietà" e alla fine di quel decennio mi sono fatto le ossa nella difficile arte di addetto stampa in un campo complesso come quello degli eventi speciali e dei tour musicali. Ho collaborato con un'infinità di riviste, alcune le ho anche dirette e altre le dirigo ancora. Ho organizzato Uffici Stampa per eventi, manifestazioni e campagne. Ho formato decine di persone oggi impegnate con successo nel settore del giornalismo e della comunicazione. Ho scritto e sceneggiato spot e videogiochi. Come responsabile di campagne di immagine e di comunicazione ho operato anche al di fuori dei confini nazionali arrivando fino in Asia e in America Latina. Dal 1999 al 2007 mi sono occupato di storia e critica musicale sul quotidiano "Liberazione".