Home C'era una volta Charles Queener, un jazzista vivace

Charles Queener, un jazzista vivace

SHARE
https://archive.org/details/78_royal-garden-blues_bobby-hackett-charles-queener-don-marino-bob-casey-carl-kress-c_gbia0309861a

Il 27 luglio 1921 a Pineville, nel Kentucky, nasce il pianista e compositore Charles Queener, il cui nome completo è Charles Conant Queener.

Gli inizi con Spanier

Trasferitosi a New York nel 1940 Charles Queener inizia a suonare nel 1942 con l’orchestra diretta da Muggsy Spanier. Successivamente suona nelle formazioni di Harry James, Glen Gray, Joe Marsala e Benny Goodman.

La scelta di non legarsi a nessuno

Dopo essersi esibito a lungo al Nick’s Club all’inizio degli anni Cinquanta si dedica all’attività di free-lance e in questa veste suona al fianco di numerosi dixielanders: Jimmy McPartland, Max Kaminsky, Bobby Hackett, Pee Wee Erwin e Ruby Braff. Dalla seconda metà degli anni Cinquanta si dedica allo studio della composizione con Paul Creston e dal 1959 si esibisce al Gaslight Club di New York con un trio comprendente Clarence Hutchenrider. Incide con Bobby Hackett per la Columbia e Peanuts Hucko per la Epic. Muore nel 1997.

Previous articleApple Crumble
Next articleTagliatelle al limone
Gianni Lucini
Scrivere è il mio principale mestiere, comunicare una specializzazione acquisita sul campo. Oltre che per comunicare scrivo anche per il teatro (tanto), il cinema e la TV. È difficile raccontare un'esperienza lunga una vita. Negli anni Settanta ho vissuto la mia prima solida esperienza giornalistica nel settimanale torinese "Nuovasocietà" e alla fine di quel decennio mi sono fatto le ossa nella difficile arte di addetto stampa in un campo complesso come quello degli eventi speciali e dei tour musicali. Ho collaborato con un'infinità di riviste, alcune le ho anche dirette e altre le dirigo ancora. Ho organizzato Uffici Stampa per eventi, manifestazioni e campagne. Ho formato decine di persone oggi impegnate con successo nel settore del giornalismo e della comunicazione. Ho scritto e sceneggiato spot e videogiochi. Come responsabile di campagne di immagine e di comunicazione ho operato anche al di fuori dei confini nazionali arrivando fino in Asia e in America Latina. Dal 1999 al 2007 mi sono occupato di storia e critica musicale sul quotidiano "Liberazione".