Home C'era una volta Doug Watkins, il contrabbassista dalla vita breve

Doug Watkins, il contrabbassista dalla vita breve

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Il 2 marzo 1934 nasce a Detroit, nel Michigan, il contrabbassista Douglas Watkins detto Doug, uno dei talenti del jazz statunitense destinato a una prematura scomparsa.

La prima scrittura con Moody

Inizia lo studio della musica durante gli anni della scuola insieme a suo cugino Paul Chambers e Donald Byrd; nel 1950 studia privatamente con Gaston Brohan. Lascia la sua città natale nell’estate del 1953 quando entra a far parte del gruppo prestigioso di James Moody. L’anno seguente suona prevalentemente con Barry Harris, in trio, accompagnando solisti di gran valore, come Charlie Parker, Stan Getz, Coleman Hawkins. Nel 1954 si stabilisce a New York, suonando inizialmente con Kenny Dorham e poi frequentando assiduamente il Minton’s con alcuni tra i musicisti più in vista, come Horace Silver e Hank Mobley. Nel 1955 suona con i Jazz Messengers di Art Blakey, che lascia per unirsi ad Horace Silver.

Un colpo di sonno

Proprio mentre sembra destinato a ottenere nuovi e importanti successi Doug Watkins muore in Arizona, 5 febbraio 1962 in un incidente d’auto. Mentre sta guidando la sua vettura esce di strada a causa di un colpo di sonno. La sua destinazione era San Francisco dove avrebbe dovuto suonare con Philly Joe Jones. Scompare così prima ancora di aver compiuto ventotto anni, uno dei più apprezzati bassisti della sua epoca che ha suonato e inciso con quasi tutti i grandi del periodo da Hank Mobley a Sonny Rollins, da Charlie Mingus a Kenny Burrell, da Gene Ammons, ad Art Blakey oltre che con Art Farmer, Donald Byrd, Paul Quinichette, Pepper Adams, Wilbur Harden.

 

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Gianni Lucini
Scrivere è il mio principale mestiere, comunicare una specializzazione acquisita sul campo. Oltre che per comunicare scrivo anche per il teatro (tanto), il cinema e la TV. È difficile raccontare un'esperienza lunga una vita. Negli anni Settanta ho vissuto la mia prima solida esperienza giornalistica nel settimanale torinese "Nuovasocietà" e alla fine di quel decennio mi sono fatto le ossa nella difficile arte di addetto stampa in un campo complesso come quello degli eventi speciali e dei tour musicali. Ho collaborato con un'infinità di riviste, alcune le ho anche dirette e altre le dirigo ancora. Ho organizzato Uffici Stampa per eventi, manifestazioni e campagne. Ho formato decine di persone oggi impegnate con successo nel settore del giornalismo e della comunicazione. Ho scritto e sceneggiato spot e videogiochi. Come responsabile di campagne di immagine e di comunicazione ho operato anche al di fuori dei confini nazionali arrivando fino in Asia e in America Latina. Dal 1999 al 2007 mi sono occupato di storia e critica musicale sul quotidiano "Liberazione".