Home C'era una volta Eric Dixon, il sax che lasciò il jazz per fare il ristoratore

Eric Dixon, il sax che lasciò il jazz per fare il ristoratore

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Il 28 marzo 1930 nasce a Staten Island, New York, il sassofonista e, qualche volta, flautista, Eric Dixon.

Il successo e il ritiro

Dixon inizia gli studi musicali a sedici anni con Peter Luisetti debuttando poi a vent’anni nel 1950. Quattro anni più tardi viene ingaggiato da Johnny Hodges e l’anno successivo da Cootie Williams. Verso la fine degli anni Cinquanta è con Bill English ma non rinuncia a collaborazioni con altri vari gruppi, sempre nell’area di New York. Nel 1962 viene scritturato da Count Basie e ha immediatamente modo di mettersi in mostra prendendo spesso assoli. Con l’orchestra di Basie resta per dieci anni, fino a quando decide di abbandonare la scena musicale per dedicarsi a un’attività che lui stesso definisce più remunerativa: apre un ristorante, The Meeting Piace ove lavora con la moglie per tre anni.

Il ritorno con Basie

Nel 1975 si lascia prendere dalla nostalgia per la musica e ricomincia a suonare. In brevoissimo tempo viene richiamato in servizio nell’orchestra di Basie. Influenzato da sassofonisti tenori come Paul Gonsalves ed Eddie “Lockjaw” Davis, è un sassofonista dalla voce piena, aggressiva, dalla impostazione moderna, ma sempre ancorata alla tradizione, senza cedimenti di sorta alla musica d’avanguardia. Come flautista ha minore personalità e forza, ma un gusto ineccepibile ed è stato impiegato spesso da Basie in questa veste. Muore il 19 ottobre 1989.

 

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Gianni Lucini
Scrivere è il mio principale mestiere, comunicare una specializzazione acquisita sul campo. Oltre che per comunicare scrivo anche per il teatro (tanto), il cinema e la TV. È difficile raccontare un'esperienza lunga una vita. Negli anni Settanta ho vissuto la mia prima solida esperienza giornalistica nel settimanale torinese "Nuovasocietà" e alla fine di quel decennio mi sono fatto le ossa nella difficile arte di addetto stampa in un campo complesso come quello degli eventi speciali e dei tour musicali. Ho collaborato con un'infinità di riviste, alcune le ho anche dirette e altre le dirigo ancora. Ho organizzato Uffici Stampa per eventi, manifestazioni e campagne. Ho formato decine di persone oggi impegnate con successo nel settore del giornalismo e della comunicazione. Ho scritto e sceneggiato spot e videogiochi. Come responsabile di campagne di immagine e di comunicazione ho operato anche al di fuori dei confini nazionali arrivando fino in Asia e in America Latina. Dal 1999 al 2007 mi sono occupato di storia e critica musicale sul quotidiano "Liberazione".