Home C'era una volta Frank Sinatra, the voice

Frank Sinatra, the voice

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Il 15 maggio 1998 si spegne a Los Angeles, all’età di ottantadue anni, per un attacco di cuore, Frank Sinatra, soprannominato “The voice”, la voce e considerato il più popolare cantante statunitense del secolo.

Swoonatra, l’idolo

Sinatra nella sua lunga e strepitosa carriera ha inciso oltre duemila canzoni raccolte in centosessantasei album e ha girato una sessantina di film. Ha avuto quattro mogli, tre figli e una mai smentita passione per l’alcool, il fumo, le belle donne. Alla cerimonia funebre, che si svolge nella Chiesa del Buon Pastore di Beverly Hills, partecipano mogli, figli e oltre quattrocento invitati. Francis Albert Sinatra, questo è il vero nome di Frank, nasce il 12 dicembre 1915 a Hoboken nel New Jersey in una famiglia di origine italiana. La sua carriera inizia nel 1933 quando forma il gruppo degli Hoboken Four. Nel 1939 entra a far parte, come vocalist, dell’orchestra di Harry James e l’anno successivo è il nuovo cantante dell’orchestra di Tommy Dorsey nella quale sostituisce Jack Leonard. Nel 1941 un referendum indetto dalla rivista Billboard lo indica come miglior cantante dell’anno e l’anno dopo decide di continuare come solista diventando in breve tempo l’idolo della gioventù americana che gli appiccica due soprannomi: “The voice” e “Swoonatra” (per gli svenimenti delle ragazze alla fine dei concerti).

Un Oscar

In quel periodo si accorge di lui anche il cinema che inizialmente lo utilizza soltanto in qualche film musicale, ma successivamente ne fa un attore a tutto campo, bravo anche nei ruoli drammatici, tanto da vincere anche un Oscar per la sua interpretazione in “Da qui all’eternità”. La sua popolarità ha un momento di crisi negli anni Cinquanta con l’esplodere del rock and roll, ma, dopo aver fondato una propria casa discografica, la Reprise Records, Frank iniziò a recuperare posizioni fino ad ottenere, nel 1966, uno straordinario successo mondiale con Stranger in the night. Pur avendo più volte annunciato il suo ritiro, non ha mai abbandonato la scena musicale fino all’ultimo, confermandosi uno degli interpreti più inossidabili e capace di attraversare da protagonista oltre sessant’anni della storia della musica leggera.

 

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Gianni Lucini
Scrivere è il mio principale mestiere, comunicare una specializzazione acquisita sul campo. Oltre che per comunicare scrivo anche per il teatro (tanto), il cinema e la TV. È difficile raccontare un'esperienza lunga una vita. Negli anni Settanta ho vissuto la mia prima solida esperienza giornalistica nel settimanale torinese "Nuovasocietà" e alla fine di quel decennio mi sono fatto le ossa nella difficile arte di addetto stampa in un campo complesso come quello degli eventi speciali e dei tour musicali. Ho collaborato con un'infinità di riviste, alcune le ho anche dirette e altre le dirigo ancora. Ho organizzato Uffici Stampa per eventi, manifestazioni e campagne. Ho formato decine di persone oggi impegnate con successo nel settore del giornalismo e della comunicazione. Ho scritto e sceneggiato spot e videogiochi. Come responsabile di campagne di immagine e di comunicazione ho operato anche al di fuori dei confini nazionali arrivando fino in Asia e in America Latina. Dal 1999 al 2007 mi sono occupato di storia e critica musicale sul quotidiano "Liberazione".