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Governo, soldi ai vecchi inceneritori, tagli drastici alle rinnovabili

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inceneritori

Una pessima notizia per quanti avevano sperato nella svolta Italiana verso la greeneconomy: il nuovo decreto sugli incentivi alle rinnovabili non fotovoltaiche, inviato dal Ministero dello Sviluppo Economico alla Conferenza Stato Regioni prima dell’approvazione definitiva, taglia sulle rinnovabili e foraggia i vecchi inceneritori.

Governo, soldi ai vecchi inceneritori, tagli drastici alle rinnovabili

Tagli fino al 40% agli incentivi per l’eolico destinati ai piccoli impianti ed al 24% per il mini idroelettrico, stop all’eolico offshore ed incredibilmente nessun taglio agli incentivi per i rifiuti destinati agli inceneritori, che beneficeranno anzi di tariffe più alte rispetto a quelle previste per l’eolico. Addirittura per le biomasse bruciate nei vecchi zuccherifici sono previsti 135 MW di nuovi impianti con tariffe garantite per 20 anni e una spesa complessiva di 5 miliardi di euro da pagare in bolletta.

Inoltre, in questa fase, la richiesta delle imprese delle rinnovabili non era quella di avere più incentivi ma, al contrario, di cancellarli per gli impianti che non alimentati da fonti rinnovabili, come gli inceneritori e i mega impianti a biomasse, e di introdurre semplificazioni nella direzione dell’autoproduzione da energie pulite per imprese e cittadini.

Legambiente denuncia

Edoardo Zanchini, vicepresidente di Legambiente commenta: “Un green act al contrario: il futuro delle rinnovabili è nella generazione distribuita che questo decreto invece penalizza e nello stop agli incentivi per i mega impianti a biomasse e agli inceneritori che invece vengono generosamente foraggiati. Ci auguriamo davvero che il governo Renzi non voglia approvare, dopo lo spalma-incentivi che ha penalizzato il solare e anche dopo lo Sblocca Italia che ha rilanciato le trivellazioni di petrolio e gas, un ennesimo provvedimento nel settore energetico che risponde solo alle richieste di alcune lobby e va contro gli interessi dei cittadini e dell’ambiente”.

Restano quindi totalmente inascoltate le richieste fatte da Coordinamento Free  negli incontri con il governo.

Fonte: Legambiente.it