Home C'era una volta Hank Duncan, un piano New York Style

Hank Duncan, un piano New York Style

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Il 7 giugno 1968 muore a Long Island, New York, Hank Duncan un pianista considerato tra gli alfieri del cosiddetto New York Style

Un passaggio con King Oliver

Henry James Duncan, questo è il suo vero nome, nasce Bowling Green, in Kentucky, il 26 ottobre 1894. Studia alla Fisk University di Nashville prima di entrare in una big band di Louisville presso la quale ha una lunga e positiva esperienza. Prima di trasferirsi a New York, dove opera praticamente per tutto il resto della sua vita, fa parte della Kentucky Jazz Band a Detroit e di un’orchestra a Buffalo, della quale si hanno scarse notizie. Nel 1925 raggiunse Fess Williams a New York, e dopo aver fatto parte del gruppo di King Oliver nell’ultimo periodo di attività del cornettista di New Orleans, ottiene la sua grande occasione quando viene chiamato nel 1932 a far parte dei New Orleans Feetwarmers con Tommy Ladnier e Sidney Bechet.

Il duo con Fats Waller

Il suo stile pianistico non coincide perfettamente con quello dei due leader, Tommy Ladnier e Sidney Bechet, di chiara impostazione New Orleans, ma Hank Duncan sa adattarsi così bene alla nuova situazione da lasciare una impressione estremamente positiva del suo gioco espressivo, soprattutto quando gli viene consentito di uscire in assolo, come accade nello splendido Sweetie Dear e in I Found a New Baby. Fats Waller chiama a esibirsi in duo con lui in I Got Rhythm del 1935, in cui Hank esegue il primo dei due chorus di pianoforte, lasciando poi il secondo a Fats che parte di slancio sulle sollecitazioni ritmiche di grande efficacia di Duncan. Alla fine degli anni Quaranta suona con il gruppo tradizionale di Mutt Carey e Baby Dodds e poi con il gruppo del dixielander inglese Chris Barber.

 

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Gianni Lucini
Scrivere è il mio principale mestiere, comunicare una specializzazione acquisita sul campo. Oltre che per comunicare scrivo anche per il teatro (tanto), il cinema e la TV. È difficile raccontare un'esperienza lunga una vita. Negli anni Settanta ho vissuto la mia prima solida esperienza giornalistica nel settimanale torinese "Nuovasocietà" e alla fine di quel decennio mi sono fatto le ossa nella difficile arte di addetto stampa in un campo complesso come quello degli eventi speciali e dei tour musicali. Ho collaborato con un'infinità di riviste, alcune le ho anche dirette e altre le dirigo ancora. Ho organizzato Uffici Stampa per eventi, manifestazioni e campagne. Ho formato decine di persone oggi impegnate con successo nel settore del giornalismo e della comunicazione. Ho scritto e sceneggiato spot e videogiochi. Come responsabile di campagne di immagine e di comunicazione ho operato anche al di fuori dei confini nazionali arrivando fino in Asia e in America Latina. Dal 1999 al 2007 mi sono occupato di storia e critica musicale sul quotidiano "Liberazione".