Home C'era una volta Henri Salvador: il rock and roll? Un jazz suonato male

Henri Salvador: il rock and roll? Un jazz suonato male

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Il 18 luglio 1917 nasce Henri Salvador. La sua carriera attraversa la canzone europea per più di sessant’anni. Comincia con Duke Ellington e Cole Porter e nei primi anni del nuovo millennio torna al vertice delle classifiche di vendita.

Le sue collaborazioni sono una mappa della musica del Novecento

Nella sua lunghissima carriera è stato cantante, chitarrista, comico, accanito giocatore di bocce, pugile coriaceo e showman accattivante. Nata dal jazz la sua leggenda si è via via alimentata di storie, amicizie e incontri. Le sue collaborazioni e il reticolo delle sue relazioni sono una mappa preziosa per chi vuole esplorare la musica leggera del Novecento, i generi che l’hanno caratterizzata e le sue grandi passioni. È stato all’Ed Sullivan Show, ha vissuto le folli notti del jazz manouche con Django Reinhardt, si è inventato interprete di rock and roll, ha lavorato per Walt Disney, dà del tu a gente come Quincy Jones e Caetano Veloso, e ha diviso la strada con artisti come Michael Petrucciani ed Eddie Louis. Tra le amicizie più intense ci sono quella con Jacques Brel e soprattutto con Boris Vian, incontrato nel 1957 e mai più cancellato dagli affetti. Sul luogo della nascita ci sono ipotesi divergenti. Per alcuni è nato a Caienna, la leggendaria Cayenne terrore dei deportati, per altri in una casa di Rue de la Liberté nella vicina città di Sinnamary. Suo padre, un guadalupano d’origine spagnola fa l’esattore per conto del governo francese e sogna un avvenire splendido per i figli. Per questo nel 1924 se ne va a Parigi con tutta la famiglia. Henri ha sette anni. Nel 1933, a sedici anni, scopre il jazz ascoltando i dischi di Louis Armstrong e Duke Ellington. È amore a prima vista.

Il rock and roll? Un jazz suonato male

Compera una chitarra e inizia a imparare da solo a suonarla. Tecnicamente non è un fenomeno ma la passione supplisce alle carenze e il primo ingaggio gli arriva dall’orchestra di Paul Raiss. Nel 1936 Henri conosce Eddy South che gli svela i segreti del blues e della musica afroamericana. La seconda guerra mondiale è alle porte e lui preferisce lasciare l’Europa. Accetta la proposta d’ingaggio di Ray Ventura, il direttore di una delle grandi orchestre swing del periodo, che lo vuole con sé in una lunghissima tournée americana. È l’inizio della sua popolarità internazionale. Le sue esibizioni a base di musica, mimica, parole, gag e canzoni conquistano il cuore del pubblico d’oltreoceano. Con la Liberazione torna in Francia da trionfatore. Sono gli anni della bossa-nova, del successo di brani come Clopin clopant, La jalousie e tanti altri. Sono gli anni dell’amicizia e della collaborazione con Boris Vian che segnano il suo definitivo passaggio tra gli chansonnier. È anche il periodo dell’incontro con l’amore della sua vita, Jacqueline Garabedian, sposata il 24 gennaio 1950 e mai più abbandonata per il resto della vita. Nella seconda metà degli anni Cinquanta, quando l’arrivo del rock and roll spiazza l’ambiente della canzone francese Henri Salvador se la ride sotto i baffi registrando con lo pseudonimo di Henry Cording & his original Rock and Roll Boys un disco con brani scritti da Boris Vian e Michel Legrand. È il 1956 e siccome al di là del personale divertimento, pensa che il rock and roll sia soltanto «…un jazz suonato male…», giusto per marcare la differenza torna alla chitarra jazz e registra il disco Salvador plays the blues. La televisione porta in tutte le case la carismatica presenza scenica. Sul piccolo schermo può dare fondo allo straordinario collage di esperienze diverse che ha concorso alla sua formazione artistica. La sua faccia di gomma e la sua voce da crooner conquistano anche un pubblico difficile come quello italiano quando nel 1961 vengono ospitate dalla Rai nel varietà “Giardino d’inverno”. partire dal 1976 la vita sembra presentargli il conto con la morte dell’amata moglie Jacqueline. Henri si chiude in se stesso. Diminuisce l’attività ma non stacca la spina. La rinascita arriva nel 2000 quando la sua voce festeggia il nuovo millennio ritornando a volare con Chambre avec vue, un album di canzoni inedite che scala le classifiche di mezzo mondo. Ha ottantrè anni. L’età giusta per ricominciare. Muore il 13 febbraio 2008 a Parigi.

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Gianni Lucini
Scrivere è il mio principale mestiere, comunicare una specializzazione acquisita sul campo. Oltre che per comunicare scrivo anche per il teatro (tanto), il cinema e la TV. È difficile raccontare un'esperienza lunga una vita. Negli anni Settanta ho vissuto la mia prima solida esperienza giornalistica nel settimanale torinese "Nuovasocietà" e alla fine di quel decennio mi sono fatto le ossa nella difficile arte di addetto stampa in un campo complesso come quello degli eventi speciali e dei tour musicali. Ho collaborato con un'infinità di riviste, alcune le ho anche dirette e altre le dirigo ancora. Ho organizzato Uffici Stampa per eventi, manifestazioni e campagne. Ho formato decine di persone oggi impegnate con successo nel settore del giornalismo e della comunicazione. Ho scritto e sceneggiato spot e videogiochi. Come responsabile di campagne di immagine e di comunicazione ho operato anche al di fuori dei confini nazionali arrivando fino in Asia e in America Latina. Dal 1999 al 2007 mi sono occupato di storia e critica musicale sul quotidiano "Liberazione".