Il 7 febbraio 1980 i Pink Floyd iniziano alla Sports Arena di Los Angeles un tour promozionale per l’album The wall mettendo in scena uno dei più singolari show della storia del rock.
Per i critici l’eccesso di simbolismo può soffocare i contenuti
Il gruppo intende stupire tutti soprattutto dopo le perplessità avanzata da qualche critico sulla narrazione dell’album, ritenuta un po’ troppo figlia dell’esasperazione dei concept degli anni Settanta. Il personaggio principale di The wall è Pink, una rock star frustrata destinata a trasformarsi in un sinistro simbolo di oppressione sociale. I critici più scettici sostengono che la carica di simbolismi e presagi profetici che contiene finirà per soffocarne i contenuti. Nonostante scettici e detrattori l’album ha un grande successo.
Due band uguali e i gonfiabili di Scarfe
Convinto delle sue idee il gruppo pensa di lasciare un segno anche dal vivo. Il momento più eclatante si ha quando, nel corso dell’esibizione, i tecnici occupano a grappoli la scena e costruiscono un enorme muro che, a poco a poco sale fino a nascondere alla vista degli spettatori i musicisti. Quando il muro è completo sale sul palco un gruppo di sosia dei Pink Floyd, mentre i veri componenti della band continua a suonare nascosta dal muro. Al culmine dell’esibizione il muro crolla e il gruppo riappare suonando, però, strumenti acustici. Nel corso dello show, inoltre, il palco si popola di giganteschi personaggi gonfiabili progettati da Gerald Scarfe.