Home C'era una volta Jacques Hélian e l’Inno della Liberazione

Jacques Hélian e l’Inno della Liberazione

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Il 7 giugno 1912 nasce a Parigi il direttore d’orchestra Jacques Hélian, uno dei protagonisti della musica francese degli anni a cavallo della Seconda Guerra Mondiale.

La deportazione e il ritorno

Il suo vero nome è Jacques Mikaël Der Mikaëlian. Figlio di padre armeno di madre francese studia fin da piccolo sassofono e di clarinetto con il grande Raymond Legrand che ha sposato sua sorella. Dopo aver suonato in quasi tutti principali gruppi francesi degli anni Trenta, da quello di Raymond Legrand, ai Vagabonds du Jazz, a quelli di Jo Bouillon e Ray Ventura, nel 1938 forma una propria orchestra. Incarcerato nel periodo dell’occupazione tedesca e deportato, quando torna dalla prigionia nel 1944, dà vita a una nuova formazione.

Fleur de Paris

Dopo la liberazione della Francia dall’occupazione nazista, Jacques Hélian ottiene un’enorme popolarità. La sua esecuzione di Fleur de Paris, un brano con testi di Maurice Vandair e musica di Henri Bourtayre, diventa un virtuale “inno della Liberazione” per la Francia. Tutte le trasmissioni musicali infatti iniziano e finiscono con Fleur de Paris. Muore il 30 giugno 1986.

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Gianni Lucini
Scrivere è il mio principale mestiere, comunicare una specializzazione acquisita sul campo. Oltre che per comunicare scrivo anche per il teatro (tanto), il cinema e la TV. È difficile raccontare un'esperienza lunga una vita. Negli anni Settanta ho vissuto la mia prima solida esperienza giornalistica nel settimanale torinese "Nuovasocietà" e alla fine di quel decennio mi sono fatto le ossa nella difficile arte di addetto stampa in un campo complesso come quello degli eventi speciali e dei tour musicali. Ho collaborato con un'infinità di riviste, alcune le ho anche dirette e altre le dirigo ancora. Ho organizzato Uffici Stampa per eventi, manifestazioni e campagne. Ho formato decine di persone oggi impegnate con successo nel settore del giornalismo e della comunicazione. Ho scritto e sceneggiato spot e videogiochi. Come responsabile di campagne di immagine e di comunicazione ho operato anche al di fuori dei confini nazionali arrivando fino in Asia e in America Latina. Dal 1999 al 2007 mi sono occupato di storia e critica musicale sul quotidiano "Liberazione".