Home C'era una volta Jeff Clyne, uno dei più dotati bassisti del jazz britannico

Jeff Clyne, uno dei più dotati bassisti del jazz britannico

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Il 24 gennaio 1937 nasce a Londra, in Gran Bretagna, il bassista Jeff Clyne, registrato all’anagrafe con il nome di Jeffrey Clyne.

Improvvisatore di buon livello

Strumentista e improvvisatore di buon livello lascia un segno importante nel jazz britannico a partire dal 1958 quando entra a far parte dei Jazz Couriers di Ronnie Scott e di Tubby Hayes. Con quest’ultimo condivide anche l’esperienza successiva del quartetto.

Collaborazioni infinite

Strumentista molto apprezzato nella sua carriera suona con Tony Oxley, Alan Skidmore, Gordon Beck, Dudley Moore e Roy Budd, con gli SMEe di John Stevens, gli Amalgam di Trevor Watts, i Centipede di Keith Tippett, i Nucleus di Ian Carr, gli Isotope di Gay Boyle, la London Jazz Composers Orchestra di Barry Guy, gli Open Music di Bob Dovnes e molti altri. È anche stato un componente dei Gilgamesh. Muore d’infarto il 16 novembre 2009.

 

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Gianni Lucini
Scrivere è il mio principale mestiere, comunicare una specializzazione acquisita sul campo. Oltre che per comunicare scrivo anche per il teatro (tanto), il cinema e la TV. È difficile raccontare un'esperienza lunga una vita. Negli anni Settanta ho vissuto la mia prima solida esperienza giornalistica nel settimanale torinese "Nuovasocietà" e alla fine di quel decennio mi sono fatto le ossa nella difficile arte di addetto stampa in un campo complesso come quello degli eventi speciali e dei tour musicali. Ho collaborato con un'infinità di riviste, alcune le ho anche dirette e altre le dirigo ancora. Ho organizzato Uffici Stampa per eventi, manifestazioni e campagne. Ho formato decine di persone oggi impegnate con successo nel settore del giornalismo e della comunicazione. Ho scritto e sceneggiato spot e videogiochi. Come responsabile di campagne di immagine e di comunicazione ho operato anche al di fuori dei confini nazionali arrivando fino in Asia e in America Latina. Dal 1999 al 2007 mi sono occupato di storia e critica musicale sul quotidiano "Liberazione".