Home C'era una volta Jimmy Woods, il sax che tradì il jazz

Jimmy Woods, il sax che tradì il jazz

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Il 29 ottobre 1934 a Saint Louis, nel Missouri, nasce il sassofonista Jimmy Woods, registrato all’anagrafe con il nome di James H. Woods.

La prima con Joe Gordon

Trasferitosi in giovane età con la famiglia a Seattle, Washington, inizia qui, nel 1947, lo studio del clarinetto, cui più tardi affiancherà quello del sassofono. Nel 1961 ha la sua prima esperienza in uno studio d’incisione, per un disco insieme a Joe Gordon. Gli fanno seguito altri due album a proprio nome tra il 1962 ed il 1963. In quest’ultimo anno lavora, sia pure saltuariamente, nell’orchestra di Gerald Wilson; con lui suona anche al festival di Newport di quella stessa stagione.

Il tradimento

Dal gennaio 1964 all’aprile del 1965 fa parte del gruppo di Chico Hamilton, incidendo con lui ed esibendosi anche in Inghilterra ed in Giappone. Benché molto apprezzato in quegli anni, soprattutto al sassofono contralto, ha allargato i suoi orizzonti al di fuori dell’ambiente jazzistico. La scelta però l’ha messo in contrasto con gli appassionati di jazz che non gli perdoneranno mai il “tradimento”. Nei dischi a suo nome è stato accompagnato da musicisti di grande valore, quali Gary Peacock, Harold Land, Andrew Hill ed Elvin Jones. Muore il 29 marzo 2018.

 

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Gianni Lucini
Scrivere è il mio principale mestiere, comunicare una specializzazione acquisita sul campo. Oltre che per comunicare scrivo anche per il teatro (tanto), il cinema e la TV. È difficile raccontare un'esperienza lunga una vita. Negli anni Settanta ho vissuto la mia prima solida esperienza giornalistica nel settimanale torinese "Nuovasocietà" e alla fine di quel decennio mi sono fatto le ossa nella difficile arte di addetto stampa in un campo complesso come quello degli eventi speciali e dei tour musicali. Ho collaborato con un'infinità di riviste, alcune le ho anche dirette e altre le dirigo ancora. Ho organizzato Uffici Stampa per eventi, manifestazioni e campagne. Ho formato decine di persone oggi impegnate con successo nel settore del giornalismo e della comunicazione. Ho scritto e sceneggiato spot e videogiochi. Come responsabile di campagne di immagine e di comunicazione ho operato anche al di fuori dei confini nazionali arrivando fino in Asia e in America Latina. Dal 1999 al 2007 mi sono occupato di storia e critica musicale sul quotidiano "Liberazione".