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La Somme, l’orrore nei disegni di Joe Sacco

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Joe Sacco
Un disegno del libro di Joe Sacco sulla battaglia delle Somme

Il fumettista americano d’origine maltese Joe Sacco è noto in tutto il mondo per i suoi reportage Palestina. Una nazione occupata (1993-1995) e Goražde. Area protetta (2000). Nella sua ultima produzione intellettuale, invece, Sacco sposta il tiro su uno degli eventi più tragici della Grande Guerra, la prima giornata della battaglia della Somme avvenuta il 1° luglio 1916. Ispirandosi al famoso arazzo di Bayeux, Sacco rievoca quelle drammatiche ore firmando la suggestiva illustrazione La grande guerra. 1° luglio 1916: il primo giorno della battaglia della Somme. Un’opera panoramica (Rizzoli Lizard, 2014) un libro che si apre come una fisarmonica e che si estende per oltre sette metri quand’è completamente srotolato.

La Somme, il giorno del massacro per Sacco

Le ragioni dell’opera di Joe Sacco

Lo stesso illustratore americano ci spiega il perché di questo testo in quanto la battaglia della Somme ha rappresentato “il punto in cui l’uomo comune non può più nutrire illusioni sulla natura della guerra moderna”. Colpisce immediatamente la prospettiva utilizzata da Joe Sacco per dare l’idea di cosa fosse il campo di battaglia della Somme quel giorno.

Somme
Truppe inglesi escono dalle trincee durante il primo giorno della Battaglia della Somme

Seguendo la sua “narrazione”, ci si accorge immediatamente che il libro è come un volo d’uccello sull’intera area dello scontro e già dai primi pannelli, Sacco mostra tutta l’ampiezza della formazione britannica. Il piano alleato era molto semplice: bombardare a tappeto le trincee tedesche, attraversare la terra di nessuno e sbaragliare i pochi tedeschi sopravvissuti. Nei fatti, però, tale proposito si rivelò un fiasco totale sia perché il fuoco di sbarramento per far sloggiare i tedeschi dalla loro posizione ed eliminare il filo spinato fu inefficace e sia perché le trincee tedesche erano talmente ben costruite che diversi soldati britannici rimasero colpiti dalla raffinatezza di ciò che gli “Unni” avevano costruito. La drammatica conseguenza di questa improduttiva strategia degli alti comandi britannici fu di esporre lo slancio e lo spirito combattivo degli uomini del BEF a quello che uno storico militare ha definito “niente di più che un invito a una tomba precoce”.

L’orrore della Somme visto da Sacco

Nei disegni di Joe Sacco tutto quello che accade nelle trincee britanniche riesce dolorosamente dettagliato. Mentre i soldati si preparano per l’assalto, essi sembrano a loro completo agio: ridono in una conversazione, fumano sigarette sotto gli alberi o schiacciano un pisolino in tutta serenità. Nell’approssimarsi a uscire dalle loro trincee per andare all’attacco, possiamo vedere i ranghi ammassati dei soldati britannici nei loro caschi così che, quando è possibile vedere un volto o un gesto, si comincia a cogliere la gravità di ciò che sta per succedere. A un tratto, si è catapultati nell’inferno. Ed è un continuo di esplosioni, di raffiche di mitra che sibilano nell’aria e un pullulare di corpi che cadono a terra senza vita. Nelle tavole di Joe Sacco, la Grande Guerra sembra funzionare al rallentatore, siamo come invitati a guardare da vicino all’orrore di quelle drammatiche ore. E così ci troviamo in mezzo a scene apocalittiche, tra soldati che cercano disperatamente di avanzare e venire puntualmente falciati, tra ufficiali che vomitano per il terrore e tra cavalli che trainano velocemente le batterie dell’artiglieria britannica. E, dappertutto, morti abbandonati nella terra di nessuno e feriti sistemati sulle barelle. Al termine della prima, terribile giornata di scontri, gli alleati avevano guadagnato terreno ma al costo di 20.000 perdite tra morti, feriti e dispersi. La Somme non è stata solo la debacle più costosa della storia militare britannica ma anche, come ha scritto lo storico militare John Keegan, “la fine di un’epoca di ottimismo nella vita britannica che non è mai stato più recuperato”.

I disegni di Joe Sacco hanno il pregio di farci vivere quasi in presa diretta l’orrore di quei momenti, come se fossimo anche noi in mezzo a quei poveri, sventurati ragazzi che trovarono la morte il 1° luglio 1916. Ma forse la dote più notevole di questo illustratore americano è la sua capacità di ritrarre in maniera equilibrata gli eventi, ricordandoci sempre che si tratta di esseri umani. Ogni figura, per quanto piccola o distante, è resa attentamente, quasi in segno di rispetto per tutte le vittime di quella sporca e sanguinosa giornata.

Foto tratta da it.wikipedia.org