Home C'era una volta Marco Cocci, un cantante prestato al cinema e alla televisione

Marco Cocci, un cantante prestato al cinema e alla televisione

SHARE

Il 5 settembre 1974 nasce a Prato Marco Cocci, uno dei personaggi più conosciuti della scena indie-rock italiana divenuto anche attore e conduttore di successo.

Leader dei Malfunk

Quando, nel 1997 Marco Cocci ottiene il suo primo successo sul grande schermo con il film “Ovosodo” di Paolo Virzì non può essere definito uno sconosciuto. Gli appassionati frequentatori della scena musicale “indie” lo conoscono infatti come leader e frontman dei Malfunk, una band che l’anno prima ha pubblicato con buon successo l’album Tempi supplementari. Prima ancora era stato il cantante dei Sativa. La sua interpretazione di Tommaso, il ricco e viziato ribelle del film di Virzì, unita a un fortunato spot pubblicitario per una casa automobilistica, allargano a dismisura la sua popolarità Cocci sceglie di non abbandonare la musica per il cinema e mantiene l’impegno su entrambi i fronti. Dopo un fortunato e affollato tour nel 1998 pubblica con la sua band l’album Malfunk.

La scelta solistica

Nel 2001 centra un altro grande successo al cinema interpretando il personaggio di Alberto nel film “L’ultimo bacio” di Gabriele Muccino. L’anno dopo 2002 preferisce dedicarsi maggiormente ai Malfunk impegnati in un tour e nella registrazione del nuovo album Dentro, pur non abbandonando l’attività cinematografica. Nel 2004 esordisce anche come conduttore televisivo su MTV. Eclettico e curioso di sperimentarsi sempre in nuovi progetti negli anni successivi è tra gli interpreti di moltissimi film anche se la carriera cinematografica non gli impedisce di continuare con la musica pubblicando nel 2007 l’album Randagi con i Malfunk né di condurre vari programmi televisivi. A partire dal 2019 con l’album Steps, ha deciso di proseguire come solista.

 

Previous articleBob Greene, una passione per Jelly Roll Morton
Next articleRod “The Mod” chiude con i Faces
Gianni Lucini
Scrivere è il mio principale mestiere, comunicare una specializzazione acquisita sul campo. Oltre che per comunicare scrivo anche per il teatro (tanto), il cinema e la TV. È difficile raccontare un'esperienza lunga una vita. Negli anni Settanta ho vissuto la mia prima solida esperienza giornalistica nel settimanale torinese "Nuovasocietà" e alla fine di quel decennio mi sono fatto le ossa nella difficile arte di addetto stampa in un campo complesso come quello degli eventi speciali e dei tour musicali. Ho collaborato con un'infinità di riviste, alcune le ho anche dirette e altre le dirigo ancora. Ho organizzato Uffici Stampa per eventi, manifestazioni e campagne. Ho formato decine di persone oggi impegnate con successo nel settore del giornalismo e della comunicazione. Ho scritto e sceneggiato spot e videogiochi. Come responsabile di campagne di immagine e di comunicazione ho operato anche al di fuori dei confini nazionali arrivando fino in Asia e in America Latina. Dal 1999 al 2007 mi sono occupato di storia e critica musicale sul quotidiano "Liberazione".