Home C'era una volta Philippe Maté, un polistrumentista affascinato dal sassofono

Philippe Maté, un polistrumentista affascinato dal sassofono

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Il 19 marzo 1939 nasce a Neuilly sur Seine il pianista, trombettista, flautista e soprattutto sassofonista e clarinettista Philippe Maté, uno dei protagonisti del jazz francese.

Gli inizi al piano

Ha solo cinque anni Philippe Maté quando inizia a studiare la musica alla scuola Martenot. A quindici anni, dopo dieci anni di piano classico, scopre il jazz. Affascinato da Miles Davis e Clifford Brown lascia la tastiera per la tromba anche se la scelta non gli impedisce di studiare il solfeggio e l’analisi armonica al conservatorio nazionale e alla Scuola Cantorum. Intorno al 1956, diventa pianista nelle orchestre di jazz vecchio stile e fa un figurone con la tromba. Il servizio militare lo trasforma in flautista e, nel 1961, inizia a esibirsi con il sassofono.

Un sax che suona ovunque

Come sassofonista si adatta a suonare ovunque. Accompagna cantanti di varietà, partecipa a numerose registrazioni, suona in club come il Tabou, il Blue Note e il Trois Mailletz. Suona anche con musicisti statunitensi di passaggio a Parigi. Negli anni Settanta del Novecente è considerato un virtuoso di tutti i sassofoni anche se le sue preferenze vanno sempre verso il tenore. In quel periodo divide il suo tempo fra la composizione di musiche da film, registrazioni, l’insegnamento e le sue attività con i Quatuor de Saxophones (lui, François Jeanneau, Jean-Louis Chautemps, Jacques Di Donato). Musicista completo, Philippe Maté non disdegna assolutamente di interessarsi alla musica contemporanea, poiché, come tutti i suoi colleghi del Quatuor, è uno di quelli che rifiutano le etichette. Muore a Parigi il 18 novembre 2002.

 

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Gianni Lucini
Scrivere è il mio principale mestiere, comunicare una specializzazione acquisita sul campo. Oltre che per comunicare scrivo anche per il teatro (tanto), il cinema e la TV. È difficile raccontare un'esperienza lunga una vita. Negli anni Settanta ho vissuto la mia prima solida esperienza giornalistica nel settimanale torinese "Nuovasocietà" e alla fine di quel decennio mi sono fatto le ossa nella difficile arte di addetto stampa in un campo complesso come quello degli eventi speciali e dei tour musicali. Ho collaborato con un'infinità di riviste, alcune le ho anche dirette e altre le dirigo ancora. Ho organizzato Uffici Stampa per eventi, manifestazioni e campagne. Ho formato decine di persone oggi impegnate con successo nel settore del giornalismo e della comunicazione. Ho scritto e sceneggiato spot e videogiochi. Come responsabile di campagne di immagine e di comunicazione ho operato anche al di fuori dei confini nazionali arrivando fino in Asia e in America Latina. Dal 1999 al 2007 mi sono occupato di storia e critica musicale sul quotidiano "Liberazione".